L'ex soprintendente assolto
dalle accuse di corruzione

L'ex soprintendente assolto dalle accuse di corruzione
di Viviana De Vita
Giovedì 23 Gennaio 2020, 06:35 - Ultimo agg. 07:12
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Dietro la nomina di quell’architetto non ci fu alcun atto corruttivo. Fine di un incubo per l’ex soprintendente di Salerno Gennaro Miccio e per il funzionario della Soprintendenza Domenico Palladino imputati con altre 18 persone nell’ambito di una delicata inchiesta su una lottizzazione abusiva nel cuore del Cilento. A decretarlo, ieri, è stato il gup del tribunale di Vallo della Lucania Sergio Marotta il quale, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Franco Maldonato, ha dichiarato il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Prosciolti, quindi, dalla pesantissima accusa anche l’architetto presunto beneficiario della nomina, assistito dall’avvocato Antonio Calabrese e Giuseppe Beneduce, legale rappresentante della società “Alba Costruzioni”, committente ed esecutore delle opere. Secondo quanto decretato dal gup quella nomina non fu il lasciapassare per la concessione del progetto edilizio relativo alla costruzione di strutture abitative in contrada Alano a Castellabate. Sono invece stati rinviati a giudizio per una serie di ipotesi di reato che vanno dal falso, all’abuso d’ufficio fino alla lottizzazione abusiva Giovanni Infante, responsabile dello Sportello Unico per le attività produttive di Vallo della Lucania; Adelio Nicoletta, responsabile dell’ufficio urbanistica del Comune di Castellabate; Antonio Santoro, responsabile unico del procedimento ed altre 13 persone tra direttori dei lavori, legali rappresentanti delle società coinvolte e beneficiari del progetto.
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