L'orologio di Padre Pio
nato in bottega da Oscar

L'orologio di Padre Pio nato in bottega da Oscar
di Lara Adinolfi
Mercoledì 24 Aprile 2019, 11:23 - Ultimo agg. 25 Aprile, 07:35
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C'è una storia di fede, di appartenenza alla famiglia e alla città. È la vicenda del rapporto tra un orologio, ideato da un cavese, Oscar Barba, e San Pio da Pietrelcina. L'orologio progettato a Cava de' Tirreni, era il preferito da Padre Pio ed è stato il suo fedele compagno per anni, anni, scandendone il tempo e le giornate. Era un orologio a cipolla, da taschino, con calibro svizzero di ottima fattura. Aveva un design semplice. Sul quadrante, molto particolare, numeri romani. Il frate teneva sempre con sé quest'orologio. Si racconta che lo avesse nel taschino anche quando la sua vita volse al termine.

Il segnatempo, di marchio Britscar, fu ideato da Oscar, classe 1905, nonno dell'attrice e regista Geltrude e padre della gioielliera Teresa Barba. Erano gli anni '40 del Novecento ed i cronografi scandivano lo scorrere delle ore. E fu proprio allora che Oscar, il quale oltre alla sua bottega di Cava de' Tirreni in cui assemblava e vendeva orologi, aveva anche un negozio a Napoli, a borgo Orefici, dove visse con la famiglia anche per un paio d'anni, pensò di creare un proprio marchio, ovvero Britscar.

LA SCELTA
La scelta di questo nome non fu casuale. Oscar infatti, aveva un amico fedele, Brit, un cagnolino di piccola taglia, sempre al suo fianco. E così, suggellando per sempre quell'amicizia decise di far nascere il Britscar. «Padre Pio - rivela Geltrude - quando morì aveva in tasca l'orologio ideato da mio nonno Oscar. Brit come il suo cane e Scar dal suo nome. Il marchio fu distribuito in quegli anni in tutto il sud. Un nostro rivenditore era a Foggia». Ed ecco così l'incontro tra l'orologio di fattura cavese e Padre Pio. «Nonno Oscar - aggiunge Geltrude - assemblava i suoi orologi in Italia utilizzando calibri svizzeri, famosi per affidabilità e precisione, che conservava oltralpe in depositi. Aveva cassa e meccanismi originali. Ancora oggi, ho pacchi di lancette e casse. C'erano anche modelli per non vedenti, a cucù, a pendolo, a parete, con brillanti. Gli orologi erano a corda, si caricavano ogni volta. Erano noti per l'alta precisione, rifornivamo anche le Ferrovie dello Stato. C'era anche la scritta personalizzata dietro la cipolla». Il celebre orologio che accompagnò il Santo di Pietralcina nacque sotto i portici di Cava de' Tirreni, dove c'era dapprima solo un negozietto, poi arrivò quello al civico 189, dove il nonno costruiva i segnatempo nel laboratorio e la nonna li vendeva in negozio. «All'epoca mio padre, mio nonno e mio zio - annota Geltrude - lavoravano in questo settore. Distribuivano orologi da Roma alla Sicilia. Papà Luca era il rappresentante per il Sud. Ogni mattina si svegliava alle 4 ed in macchina raggiungeva la Puglia o la Calabria con il suo campionario di orologi. Mi raccontava mia nonna, che ogni giorno gli preparava il pranzo a sacco che lui portava nelle trasferte. In quel periodo, la figura del rappresentante di orologi stava per nascere. Allora ci si spostava da un luogo all'altro, dall'alba al tramonto, ma la sera, anche tardi, si tornava a casa. E fu proprio per seguire il suo sogno che papà, classe 1933, dopo il liceo classico alla Badia di Cava e l'inizio degli studi di Giurisprudenza, fu costretto ad interrompere l'Università per l'attività di famiglia». Al termine di uno di questi viaggi, il Britscar raggiunse Foggia e quindi padre Pio. «Anche mio nonno era spesso in Puglia per partecipare alla Fiera del Levante ma non incontrò mai, personalmente, il frate. Oscar, che morì per infarto quel 23 novembre 1980, giorno del terremoto dell'Irpinia, mentre era ricoverato in ospedale - sottolinea Geltrude - non seppe mai dell'orologio di Padre Pio».

IL COLLEZIONISTA
«Lo scoprimmo per caso - dichiara Teresa Barba - quando, tempo fa, un collezionista d'orologi, apprese la notizia da La voce di Padre Pio, la rivista che diffonde il messaggio e la vita di Padre Pio nel mondo, e ci consegnò la copia in questione». Quando una signora, Giovanna Rizzani Boschi, regalò a Padre Pio un orologio d'oro che apparteneva ad un suo zio, il Santo di Pietralcina, che rifiutava doni di lusso, lo accettò ma lo regalò alla Casa Sollievo della Sofferenza per non separarsi dalla sua vecchia cipolla cavese, suo segnatempo preferito. «Io era già devota a Padre Pio - chiarisce Geltrude - ora lo sento ancora più vicino. I frati dicevano che San Pio era affezionatissimo al suo orologio e ciò mi riempie di orgoglio. Ho pochi ricordi personali di mio nonno, scomparso quando io avevo solo 9 anni, ma anch'io come lui, ho un cagnolino Brit che accompagna le mie giornate».
 
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