Angri, per La Doria è stato un 2022 da record: i ricavi superano quota un miliardo

Il Ceo Antonio Ferraioli: «Importante traguardo che dimostra la nostra solidità e la nostra capacità di crescita anche nei periodi più complessi»

Uno degli stabilimenti de La Doria Spa
Uno degli stabilimenti de La Doria Spa
Carmen Incisivodi Carmen Incisivo
Martedì 28 Marzo 2023, 07:00
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Per l’azienda conserviera La Doria (Angri) il 2022 non è stato «solo» l’anno dell’addio alla pandemia o quello della crisi bellica e dei costi di energia e materie prime alle stelle. È stato soprattutto l’anno di un record da incorniciare: i ricavi consolidati, per la prima volta, hanno superato il miliardo di euro con una crescita del 17,6% rispetto al 2021. Più precisamente, i ricavi arrivano a 1,018 miliardi di euro archiviando la già ottima performance dell’anno precedente (chiusura a 866 milioni di euro). 

«I ricavi registrati nel 2022 rappresentano per noi un importante traguardo, che dimostra la nostra solidità e la nostra capacità di crescita anche nei periodi più complessi - ha dichiarato il Ceo del Gruppo La Doria Antonio Ferraioli - Abbiamo saputo far fronte alle criticità economiche e geopolitiche del 2022. Il dato più importante rimane sicuramente quello relativo alla crescita dei volumi - prosegue - che ha coinvolto trasversalmente le nostre linee e i mercati in cui siamo presenti. Continueremo a operare con la nostra politica di sviluppo internazionale volta, da una parte, all’espansione in aree geografiche ad alto potenziale di crescita e dall’altra a migliorare il nostro posizionamento a livello internazionale nei segmenti di mercato in cui siamo già presenti». I dati del 2022 vanno letti tenendo in considerazione non solo l’incremento dei prezzi di listino ma anche un forte aumento dei costi riconducibili ai fattori congiunturali e geopolitici legati alla pandemia e in particolar modo al conflitto in Ucraina, e a una crescita del 3,4% dei volumi dei prodotti venduti. 


Il volume delle vendite è molto cresciuto: in testa troviamo la linea dedicata ai derivati del pomodoro che guadagna un +24%, quella che in azienda viene definita la «linea rossa» è quella che fa meglio di tutte le altre. Anche gli altri dati, però, sono più che incoraggianti: la linea sughi aumenta del 20,5% mentre legumi, vegetali e pasta in scatola cresce, complessivamente, del 19,6%.

Infine, la frutta e le altre linee - ossia i prodotti acquistati da terzi e commercializzati dalla controllata Ldh sul mercato inglese - sono aumentate rispettivamente del 7,8% e del 12,6%. 

Anche dal punto di vista della distribuzione geografica c’è da gioire: è stato infatti riscontrato un sensibile aumento dei ricavi sia nel mercato italiano (la crescita certificata a chiusura d’esercizio è del 20%) sia all’estero, dove invece si registra un + 17%. Le più importanti performance di mercato sono localizzare in Gran Bretagna, Germania e nei Paesi Scandinavi. La ripartizione del fatturato conferma che il mercato italiano resta, per il momento, tra i più affezionati ai prodotti La Doria. Al primo posto c’è il Regno Unito che incide sui ricavi totali per il 16,9%. «Il gruppo - spiegano dall’azienda - che esporta i propri prodotti in 60 Paesi nel mondo, ha aumentato i propri ricavi nei mercati internazionali del 17%, con un’incidenza dell’83,1%. Le migliori performance si sono registrate nei mercati storici per La Doria, tra cui la Gran Bretagna, che resta il principale mercato estero di sbocco, la Germania e i Paesi Scandinavi. Seguono l’Australia, la Nuova Zelanda e i Paesi dell’est Europa. Il Gruppo genera inoltre importanti quote di fatturato anche in Francia, negli Usa e in Giappone». 

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