Potrebbero essere quegli strani avvallamenti sulla strada pedonale la chiave di lettura per dare una risposta tecnica alla frana dell’altro giorno ad Amalfi e, conseguenzialmente, individuare eventuali omissioni o responsabilità. Almeno questo sarebbe il punto di partenza dell’indagine avviata su quanto accaduto in Costiera. Per questo, nella giornata di ieri, subito dopo la nomina a consulente da parte della procura, il professore Settimio Ferlisi, docente di Geotecnica presso l’Università degli Studi di Salerno, ha effettuato il primo sopralluogo nei pressi della galleria Matteo Camera dove sono caduti i massi del costone Vagliendola. Ed altri, più approfonditi, ci saranno anche nelle prossime ore. Ma il lavoro degli inquirenti (al sostituto procuratore Mafalda Cioncada nelle prossime ore verrà affiancato un altro sostituto «specializzato» nella materia) prosegue su più fronti.
I carabinieri della compagnia di Amalfi, diretti dal capitano Umberto D’Angelantonio, ieri mattina sono stati anche presso l’ufficio tecnico del Comune per acquisire una serie di carte e documenti che dovranno ora essere attentamente studiati.
Il fascicolo della procura di Salerno, quindi, si sta formando di ora in ora tant’è che anche l’ipotesi di reato è piuttosto ballerina: dal disastro colposo alla frana colposa. Molto dipenderà dall’esito degli accertamenti tecnici e investigativi in corso. Al momento, comunque, non ci sono iscritti sul registro degli indagati ma soltanto una fervente attività investigativa per cercare di accertare l’eventuale esistenza di responsabilità per un evento che poteva trasformarsi in tragedia e che, comunque, ha creato disagi e provocato danni importanti ad alcune abitazioni.
E se il dissesto idrogeologico in Costiera continua ad essere una emergenza, è anche vero che nel giro dell’ultimo anno si sono intensificati, su sollecitazione del procuratore capo Giuseppe Borrelli, i controlli. E i risultati non sono mancati. Alcuni dati arrivano proprio dai carabinieri, delegati alle indagini della frana di Vagliendola. «Il fenomeno dell’abusivismo edilizio e dei reati ad esso connessi - commenta il comandante provinciale, colonnello Gianluca Trombetti - sono un annoso problema che attanaglia il territorio della Divina ma è stato negli ultimi anni oggetto di un’attenzione particolare da parte dell’autorità giudiziaria e dell’Arma dei carabinieri: solo nell’anno 2020, i militari hanno denunciato 260 persone in stato di libertà, nei confronti delle quali sono stati eseguiti 39 sequestri penali, con un incremento di controlli e sanzioni del 25% in più rispetto al 2019».
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