La Marca, vacilla l'impero di famiglia
costruito sulle mozzarelle

La Marca, vacilla l'impero di famiglia costruito sulle mozzarelle
di Laura Naimoli
Domenica 17 Febbraio 2019, 14:00
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EBOLI - Un ingente giro d'affari quello fondato dalla famiglia La Marca in città, tutto incentrato sul prodotto principe delle tavole di questo territorio: la mozzarella Dop di bufala campana. Per loro è stato un amaro San Valentino. Gli uomini della guardia di finanza e dell'arma dei carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per le indagini nei confronti di Gianluca La Marca, amministratore del caseificio Tre stelle e del pluripregiudicato Giovanni Maiale, capo del clan Maiale; gli arresti domiciliari sono toccati a Emilio Vastarella, direttore provinciale dell'agenzia delle entrate di Salerno.
 
Il profilo di La Marca tracciato dalle forze dell'ordine non lascia ombre su quanto fosse determinato a creare una rete che gli consentisse di attuare una politica economica in espansione tout court. Gianluca è amministratore di fatto del caseificio, perché in realtà l'amministratore unico è Gennaro La Marca, suo padre. E, secondo gli inquirenti, gestisce gli affari di famiglia muovendosi su tre strade: sfrutta le risorse del caseificio provenienti da un'ingente evasione fiscale; si occupa di acquistare direttamente o attraverso familiari le aziende di bufale in crisi tra Eboli e Capaccio; minaccia gli altri imprenditori per scoraggiarli all'acquisto delle aziende servendosi della pluridecennale esperienza di Giovanni Maiale, detto «Giuvanniello». Altro importante passaggio emerso dalle indagini è quello che ha portato all'arresto del direttore provinciale dell'agenzia delle entrate: uno sconto di oltre 60mila euro sulle sanzioni in cambio di un bracciale da donna in oro e brillanti. Gli affari di famiglia gestiti da Gianluca si sono mossi in terreno ebolitano o almeno la gran parte. Basti pensare che sono proprietari di due lotti in area Pip, una vasta area che dalla zona industriale arriva ai confini con località Prato. Il lotto D24 era già saltato agli onori delle cronache per un uso diverso di destinazione di alcuni uffici dello stabilimento. I caschi bianchi dell'allora comandante Dura, accertarono la presenza di circa 4 famiglie e alcuni uffici affittati ad altre aziende. Il lotto D30 fu dato ai La Marca con un affidamento diretto del sindaco Cariello, procedura conforme al regolamento, che prevedeva l'apertura a società che volessero investire in aziende produttive. Come a dar prova dell'importanza degli imprenditori che investono nel territorio, dopo la conferma che Eboli era rimasta fuori dalla Zes, le zone economiche speciali, si decise di tenere una conferenza stampa sul tema nella sala dell'opificio industriale del caseificio Tre Stelle della famiglia La Marca, alla presenza del sindaco Cariello che organizzò l'incontro, dell'assessore regionale campano alle attività Lepore, del presidente della commissione attività produttive della Regione, Picarone. L'ultimo passaggio noto sulla famiglia La Marca con il Comune è stato quando il 12 luglio del 2017, Patrizio, fratello di Gianluca, in qualità di rappresentante legale, consegnò una raccomandata a mano al settore urbanistica ed edilizia in cui chiedeva di sospendere una pratica che era in corso e che con tutta probabilità riguardava lavori di ampliamento di uno dei capannoni. Patrizio scriveva: «Considerato che per le valutazioni e le considerazioni intervenute negli incontri tenuti dai nostri tecnici presso i vostri uffici (...) si chiede in attesa della specifica deliberazione del consiglio comunale, di voler sospendere il termine per l'espletamento delle formalità istruttorie». Il 12 luglio 2017 Patrizio La Marca chiese la sospensione del procedimento di variante al permesso di costruire. L'8 agosto 2017 il consiglio comunale deliberò gli indirizzi del piano casa.
 
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