Guerriglia ultras: «La nostra casa distrutta ora chi pagherà i danni?»

La coppia si è spostata in casa dei genitori con un bimbo di pochi mesi da accudire

L'abitazione andata a fuoco con il pullman dei tifosi a Pagani
L'abitazione andata a fuoco con il pullman dei tifosi a Pagani
di Nicola Sorrentino
Martedì 24 Gennaio 2023, 07:59 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 18:28
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«Poteva scapparci il morto, si è evitata una tragedia per questioni di attimi». Non usa mezzi termini il legale Francesco Alfredo Berritto, che assiste la famiglia Pepe-Tramontano a Pagani, la cui abitazione è andata in gran parte distrutta dall'incendio che ha carbonizzato il pullman, domenica pomeriggio, sul quale viaggiavano i tifosi della Casertana. «Chi mi pagherà i danni? Sono rimasta senza corrente, caldaia e gas», con un «balcone che sta cedendo» ha detto Natascia Tramontano. La coppia oggi si è spostata in casa dei rispettivi genitori, con un bimbo di pochi mesi da accudire. «Quanto accaduto - spiega l'avvocato Berritto - avrebbe potuto provocare gravi complicazione ad un'intera famiglia. Erano usciti per delle commissioni e si sono trovati la casa in fiamme. Ad avvertirli è stato un vicino di casa con una telefonata. La vivibilità all'interno è compromessa, in ragione dell'effetto dei fumi tossici scaturiti dall'incendio.

Inoltre, i vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile parte dell'abitazione».

Il legale spiega che la coppia è ancora «fortemente scossa e turbata». «Ci riserveremo tutte le azioni legali del caso e contiamo sull'aiuto delle istituzioni, aspettando l'evoluzione del procedimento penale, per eventuale risarcimento del danno».

Intanto, i consiglieri comunali di opposizione Vincenzo Calce e Anna Rosa Sessa lanciano un'iniziativa per aiutare chi ha subito danni: «Ci rendiamo promotori di una raccolta fondi per aiutare le attività ed abitazioni di via Leopardi, che hanno subito dei danni a seguito degli scontri registratisi. Chiunque vuole aderire può contattarci. Siamo figli di questa terra e non possiamo rimanere a guardare. Siamo sconvolti per quanto accaduto nella nostra città - continua Sessa - la condanna a tutto questo è ferma e ci auguriamo che i responsabili siano assicurati alla giustizia. Pagani non è quella che abbiamo visto ieri. È una città di persone per bene, che lavorano e che negli anni ha dimostrato di essere solidale e ospitale. Tutto questo non ci appartiene». «Ieri si è toccato il fondo - dice amara il consigliere Enza Fezza ad una tv locale - Sono attimi in cui la famiglia andrebbe volentieri allo stadio, con i propri figli, per tifare la propria città. E invece si ritrova in uno stato di guerriglia urbana».

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Le fiamme generate dal fumogeno lanciato dagli ultras, avevano devastato anche l'ingresso e gli interni di un negozio di cosmesi. Lo staff dell'attività, che aveva aperto da poco, ha espresso tutta la sua frustrazione, con leggera ironia, sull'episodio: «Ringraziamo i tifosi della Paganese per la bellissima azione compiuta. Questo negozio nasce dopo 10 anni di sacrifici, aperto da soli 5 mesi. Ci abbiamo messo anima e cuore per aprirlo ed ora ci ritroviamo in queste condizioni. Se fino a ieri dovevamo metterci il doppio dell'impegno, da domani dovremo lavorare il quadruplo. Per campare e pagare tutte le spese che abbiamo e ora anche per i vostri danni».

Durante i tafferugli tra le due tifoserie, i carabinieri avevano suggerito a diversi residenti che vivono proprio lungo quell'incrocio, tra via Leopardi e via San Domenico, di restare chiusi in casa. Lo stesso sindaco De Prisco ha aggiunto, dopo l'incontro con il Prefetto, di aver «posto le ipotesi di risarcimento per le vittime sia degli immobili e delle attività commerciali danneggiati dalle fiamme scaturite dall'incendio dell'autobus, sia delle automobili vandalizzate nei tafferugli». I fatti di cronaca hanno fortemente scosso anche i cittadini paganesi. Sono numerosi i sentimenti di indignazione, condivisi sui social il giorno dopo: «Speriamo che puniscano i colpevoli - scrive Gabriella - perché non tutti i paganesi sono così. Ci abito da 49 anni e ci sono tante persone brave e di cuore». Le fa eco Aurora: «Siamo finiti su tutti i tg. Speriamo che questo episodio possa essere di monito». Dello stesso tenore lo sfogo di Maurizio: «Ma come si fa? Per una partita di calcio, per una giornata che dovrebbe essere di svago e di festa, si trasforma in guerriglia mettendo a rischio l'incolumità delle persone e delle forze dell'ordine. Pene severissime e senza sconto».
 

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