Il Comune di Castellabate
e la password della discordia

Il Comune di Castellabate e la password della discordia
di Petronilla Carillo
Sabato 9 Giugno 2018, 18:37 - Ultimo agg. 10 Giugno, 06:11
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CASTELLABATE - L'utilizzo di dotazioni tecnologiche per ottimizzare le esigenze di trasparenza amministrativa è un dovere della pubblica amministrazione quando, queste non gravino eccessivamente sulle risorse pubblica. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso di un consigliere di minoranza del Comune di Castellabate che si era vista negare la password di sistema, in modo da poter accedere anche da postazione remota agli atti comunali ed al programma contabile dell’ente per svolgere compiutamente il proprio mandato consiliare. Il consigliere Caterina Di Biasi, difesa dall'avvocato Oreste Agosto, aveva impugnato la sentenza del Tar Salerno con la quale si dava ragione al Comune: avendo, infatti, predisposto una postazione internet presso il palazzo municipale, secondo il Comune, non vi era necessitò di una password da utilizzare per accedere ai sistemi da altra postazione. Ma così non l'hanno vista i giudici di palazzo Spada che hanno accolto il ricorso della consigliera. 

La password della discordia, dunque, diventa elemento giuridico e la sentenza apre la strada ad una nuova interpretazione della norma alla luce dei recenti sviluppi tecnologici imponendo anche alla pubblica amministrazione regole precise. 
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