La tragedia di San Mango: Paola, rose e girasoli. «Ma ora vinca l’amore»

La donna di 55 anni uccisa con tre coltellate dal marito, celebrate le esequie dei entrambi

I funerali di Paola Larocca
I funerali di Paola Larocca
di Federica D'Ambro e Brigida Vicinanza
Mercoledì 23 Novembre 2022, 06:55 - Ultimo agg. 20:52
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Rose rosse e girasoli sulla bara, palloncini bianchi e un silenzio paralizzante. Si sono svolti ieri mattina, alle 11.30, i funerali di Paola Larocca, la donna di cinquantacinque anni uccisa con tre coltellate dal marito, Rodolfo Anastasio. A distanza di una settimana dall’omicidio-suicidio che ha sconvolto la tranquillità di quelle villette a schiera nel comune di San Mango Piemonte, un centinaio di persone, tra amici e parenti, si sono riunite per dare il loro ultimo saluto all’ennesima vittima di violenza maschile. Il silenzio disarmante dei presenti, ancora increduli per quanto accaduto, ha atteso la bara di Paola all’esterno della chiesa del Sacro Cuore, in piazza Vittorio Veneto, a due passi dalla stazione di Salerno. Presenti i parenti più stretti, la sorella e il fratello della donna e i due figli, Giovanni e Michele Anastasio. Entrambi con il viso segnato da lacrime che non smettono di scendere ma con un sorriso sempre pronto anche a dare conforto agli altri, esattamente come Paola avrebbe voluto. «Il tuo sorriso ed il tuo entusiasmo continueranno ad alimentare il tuo ricordo nella nostra quotidianità. La tua essenza sopravviverà per sempre in ognuno di noi e nella memoria di quanti ti hanno conosciuta ed amata». Sono le parole di una lettera stampata su una maglietta bianca e fatta realizzare dagli amici della palestra BeFit, che Paola frequentava da diverso tempo. L’omelia è stata affidata a fra Raffaele Tufano che - con non poca commozione - si è rivolto ai figli della donna, ricordando come «l’amore vinca su tutto, l’amore di una madre può continuare ad essere amore, ad infondere gioia e donarci, attraverso la vita, il rispetto, la delicatezza e l’amorevolezza».

Parole di dolore anche quelle della sorella di Paola, Cinzia Larocca, che a pochi minuti dalla fine dalle esequie ha voluto lasciare una preghiera per i suoi nipoti e per le persone presenti in chiesa. «È stata una persona veramente meravigliosa, generosa, spero che ci dia la forza di sostenere i suoi figli che amava più della sua vita e che ha messo a disposizione di Dio. Spero che questa forza sia lei a darmela». A portare la bara all’esterno anche i figli, Giovanni e Michele, che hanno simbolicamente lasciato diversi girasoli alla madre, avvolti dall’abbraccio di chi c’era, nonostante la pioggia scrosciante. Subito dopo le esequie, il corpo di Paola è stato portato al tempio crematorio di Cava de’ Tirreni, dove il suo corpo sarà cremato.

Stessa sorte per Rodolfo Anastasio dopo le esequie in via San Giovanni Bosco nel pomeriggio di ieri. Dopo la celebrazione del funerale presso la chiesa dei Salesiani, la cremazione del corpo: le sue ceneri saranno poi poste nella tomba di famiglia. Quella famiglia che ha voluto riunirsi in un unico abbraccio nonostante quanto accaduto in quegli istanti di violenza mercoledì scorso. «Non c’è giustificazione, non c’è perdono, non doveva farlo Rodolfo»: qualcuno, tra i suoi amici più stretti e tra i presenti, condanna quel gesto e lo fa tra le lacrime senza riuscire a darsi una vera spiegazione, perché «spiegazione non c’è». Quel «perdono nella misericordia» – però - implorato durante l’omelia da don Pasquale Cristiani: «Dovremmo imparare tutti a lasciarci affiancare e ad affiancare le persone soprattutto quando ci accorgiamo che ci sono delle incomprensioni. Dio è misericordioso sempre perché ci ama, la strada è questa, un amore che ha il punto più alto nel perdono. Nella cultura del sospetto – ha sottolineato il parroco - se non poniamo questa forza nel perdono non viviamo. In queste occasioni non dobbiamo giudicare nessuno. Impariamo a lasciarci affiancare, per non far sì che un’azione implichi tutta una vita ma che rimanga azione singola. Quello che c’è stato è già stato, ma voi continuate a vivere nella misericordia». Una chiesa poco gremita che ha raccolto al suo interno i parenti che volevano dare quell’ultimo saluto all’uomo, soprattutto per dimostrare la vicinanza ai due giovani, presenti anche alla celebrazione del padre insieme agli amici di una vita che sono riusciti ad alleviargli – anche solo per pochi attimi - il dolore per la perdita dei genitori. Giovanni e Michele che nella sofferenza, alla fine della celebrazione, sono stati accolti tra le braccia della zia, sorella di Rodolfo.

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