Lancio di bottiglie di plastica, persino una sedia, poi l’accensione di un candelotto e calci alle forze di polizia. Diciassette persone, tra le quali molti giovani non ancora 30enni, sono finiti a processo per quanto accaduto al comizio elettorale di Matteo Salvini, attuale ministro alle Infrastrutture.
Era il 26 agosto 2020, quando il segretario della Lega giunse a Cava de’ Tirreni per incontrare sostenitori e simpatizzanti, nell’ambito del tour nel salernitano per le elezioni regionali. In sei sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, mentre tutti rispondono di radunata sediziosa, l’articolo del codice penale che punisce chi fomenta o promuove una rivolta. Circa 300 persone si dotarono di striscioni e oggetti che dovevano provocare disturbo o suoni molesti, come pentole, coperchi, tamburelli e una cassa amplificatore. L’incontro di propaganda elettorale fu inoltre turbato - secondo informative di polizia - anche dall’accensione di un candelotto fumogeno. Tra gli imputati ci sono anche delle donne, oltre che giovani e adulti. Diversi momenti di tensione si registrarono quando la polizia intervenne in piazza Vittorio Emanuele III, allo scopo di fermare una carica di manifestanti, che tentò di avvicinarsi alla postazione dove Matteo Salvini stava tenendo il suo comizio. Video e fotografie ripresero alcuni dei coinvolti lanciare inoltre bottiglie di plastica ed una sedia, poi vi fu l’aggressione con calci nei confronti degli agenti di polizia presenti. La forza pubblica infatti si trovava schierata in prossimità del palco ed evitò lo sfondamento da parte di un gruppo nutrito di persone.
Nel caso specifico, sono in sei gli imputati a rispondere anche di resistenza a pubblico ufficiale. Con l’aggravante, inoltre, di aver commesso il fatto in più persone riunite, dunque in numero superiore a dieci, attraverso il lancio di corpi contundenti e altri oggetti utili ad offendere o ad arrecare pericolo alle persone durante una manifestazione in un luogo pubblico. Tra le persone individuate c’è chi ha già scelto riti alternativi, mentre per 17 persone ci sarà il processo presso il tribunale di Nocera Inferiore, non ancora partito.
L’istruttoria dovrebbe aprirsi nel prossimo mese di maggio. Secondo le informazioni raccolte in fase successiva, la polizia contò almeno seicento persone presenti quel giorno. Il lavoro di identificazione di tutte le persone che avrebbero assunto atteggiamenti violenti fu reso possibile dall’analisi di diversi video e attività di polizia giudiziaria, svolta durante e al termine del comizio elettorale. Poi fu la volta dei primi avvisi di garanzia e della conclusione dell’indagine, comprensiva di tutte le persone che fu possibile identificare all’epoca dei fatti. Per tutti ci sarà ora il processo e la possibilità di difendersi dalle accuse mosse.