Lanciò la figlia della finestra, trasferito dal carcere alla Rems: ha disturbo psicotico

Quando intervennero i carabinieri in casa, G.D.A. confessò a loro e poi al giudice

Carabinieri in azione
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di Nicola Sorrentino
Sabato 10 Dicembre 2022, 06:00 - Ultimo agg. 18:14
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Lascerà il carcere per finire in una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) il 40enne G.D.A., che il 30 ottobre scorso lanciò la figlia di due anni dalla finestra di un bagno di servizio, nella sua casa di Fisciano. Lo ha deciso il gip del tribunale di Nocera Inferiore, in virtù della perizia richiesta dalla Procura per accertare le condizioni dell’uomo. 

Stando al perito, al momento del fatto - quando lanciò la figlia dalla finestra - «G.D.A.

a causa del suo disturbo psicotico breve con marcato fattore di stress, versava in uno stato di mente tale da escludere le sue capacità di intendere e di volere». Da qui, il trasferimento - non appena sarà disponibile una sede - in una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali. L’uomo viene considerato «socialmente pericoloso» e resta indagato per il tentato omicidio della figlia di 2 anni, che rimediò una frattura dell’omero ed altre escoriazioni. La piccola, trasferita prima a Salerno e poi a Napoli, fu dimessa dopo un primo intervento in buone condizioni. La minore è stata di recente affidata congiuntamente al nonno paterno e alla madre. Il 40enne è difeso dai legali Tommaso Amabile e Silverio Sica. L’inchiesta è invece coordinata dal sostituto procuratore Roberto Lenza, che aveva chiesto la revoca del carcere per l’indagato, sostituendola con quella della detenzione in Rems, a seguito della perizia espletata dal professionista e consulente Maurizio Masco. Una volta concretizzato il trasferimento, la struttura dovrà fornire relazione mensile alla Procura sulle condizioni di salute dell’uomo, oltre che sulla sua condotta. 

Quando intervennero i carabinieri in casa, G.D.A. confessò a loro e poi al giudice, durante l’interrogatorio, di aver lanciato la propria figlia dalla finestra di casa, dopo aver sentito per giorni «la voce di Dio che mi diceva di farlo». Pochi giorni prima dell’accaduto, aveva chiamato i carabinieri dopo aver ricevuto un pacco postale. All’interno c’era un termometro, ma l’indagato sospettava la presenza di una bomba per la figlia. Sul posto giunse anche un’ambulanza, che affidò l’uomo alla visita di un neuropsichiatra. Da quel colloquio emerse una situazione di forte stress ed esaurimento, con la prescrizione di almeno due farmaci, utili a chi soffre di agitazione, disordini di personalità e per il trattamento della schizofrenia. Farmaci che l’uomo assunse due volte, la sera precedente e la mattina dei fatti, prima di lanciare la piccola dalla finestra. Con il deposito della perizia, spetteranno alla Procura, poi, ulteriori valutazioni prima di chiudere le indagini. In ragione dello stato psicologico accertato, in fase preliminare il tribunale potrebbe anche decidere il non luogo a procedere, oltre a fissare in alternativa il processo. 

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