Lei fugge in Russia con la figlia,
il marito la fa condannare

Lei fugge in Russia con la figlia, il marito la fa condannare
di Pasquale Sorrentino
Venerdì 8 Febbraio 2019, 11:00
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Ancora una volta un bambino diventa l'oggetto - è purtroppo il termine da usare - di una lite tra moglie e marito. E ancora una volta la vicenda ha aspetti internazionali. Si tratta della storia di sottrazione di minore all'estero da parte di una donna russa nei confronti del marito valdianese, di Sala Consilina per l'esattezza. La bambina ha due anni, è nata in Italia e ha la doppia cittadinanza. Il tutto ha avuto inizio a settembre dello scorso anno quando la donna è partita per la Russia per visitare i parenti. Un viaggio lunghissimo verso gli Urali. Dopo circa un mese, quindi a ottobre, la donna ha fatto sapere al marito che non sarebbe tornata in Italia. Inoltre - stando a quanto denunciato dall'avvocato del marito - la donna avrebbe chiesto i soldi per far vedere la bambina.
 
A questo punto l'uomo si è rivolto a un esperto del settore, l'avvocato Enrico d'Amato. Il legale di Sant'Arsenio è colui che ha assistito - con successo - Sergio Solimo per ricongiungersi con il figlio Francesco portato in Venezuela dalla mamma. Una vicenda che diventò di importanza nazionale. E anche questo caso rischia di aver su di sé i riflettori italiani. Quelli russi ce li ha già. Dopo la denuncia del marito attraverso il legale, il tribunale russo ha dato ragione al cittadino valdianese e in primo grado ha disposto il ritorno in Italia della bimba. Contro questa decisione in Russia è nato un movimento d'opinione per cercare di evitare che la bimba torni dal padre. In pratica contro la sentenza. «Dopo la sentenza di primo grado che accoglie la nostra istanza - spiega l'avvocato Enrico D'Amato -, in Russia si è costituto un vero e proprio fronte di protesta che appoggia le ragioni della donna. È il momento che anche qui, in Italia, nel Vallo di Diano facciamo sentire la nostra voce. Dobbiamo appoggiare le giuste richieste del nostro concittadino che chiede semplicemente che la bambina torni a vivere dove è nata, nel Vallo di Diano». L'episodio secondo l'avvocato ricorda molto quello di Solimo. In quel caso il ricongiungimento avvenne dopo 5 anni e con un blitz del padre in Venezuela e con un comitato cittadino che supportò l'azione dell'operaio di Sant'Arsenio. Difficile riuscire - a questo stato delle cose - comprendere cosa possa accadere con questo nuovo episodio di sottrazione di minore all'estero. «È giusto - aggiunge il legale - che la piccola cresca dove è nata e che venga rispettata la decisione di un tribunale. Abbiamo già parlato anche con il nostro governo e gli enti interessati ma di fronte ci attende una battaglia difficile. Una battaglia di diritti che noi cercheremo sempre di rispettare».
 
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