Liceo Tasso di Salerno, urina davanti al bagno: primo ricorso al Tar contro la sospensione di gruppo

La sospensione aveva colpito tutti gli studenti del liceo

L'ingresso del liceo Tasso in piazza S. Francesco
L'ingresso del liceo Tasso in piazza S. Francesco
di Gianluca Sollazzo
Giovedì 9 Marzo 2023, 06:50 - Ultimo agg. 10 Marzo, 18:06
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Urina nell’antibagno del liceo Tasso, depositato il primo ricorso contro la sospensione di un giorno con obbligo di frequenza disposta dalla preside, Carmela Santarcangelo. Il provvedimento disciplinare era stato irrogato dalla dirigente scolastica a carico degli alunni maschi iscritti alle 10 classi del piano terra dello storico liceo di piazza San Francesco.

Proprio al piano terra era stato consumato giovedì scorso un vero e proprio atto vandalico da parte di un responsabile ancora ignoto che ha urinato davanti all’antibagno del piano. Nemmeno ieri il “colpevole” dell’atto increscioso si è fatto avanti, con sommo dispiacere della preside e dei professori. Ma, come annunciato nei giorni scorsi, la famiglia di uno studente del quinto anno, estraneo ai fatti, e al contempo interessato dalla sanzione disciplinare, ha deciso di non perdere tempo. II ricorso è stato depositato dall’avvocato Marcello Feola.

Chiamati in causa il ministero dell’Istruzione e del merito oltre alla preside del liceo Tasso. La richiesta della famiglia, tramite il legale, è di sospendere il provvedimento disciplinare dal momento che a giugno dovrà sostenere l’esame di stato. 

L’allievo, scrive in premessa l’avvocato della famiglia, «per l’intero anno scolastico ha avuto un eccellente profitto in tutte le discipline ed una condotta immacolata», pertanto «la sanzione disciplinare costituisce una macchia che potrebbe pregiudicare la giusta aspirazione del ricorrente a conseguire il massimo dei voti all’esame di stato». Ma cosa viene contestato? Nei giorni scorsi la dirigente scolastica del Tasso aveva tenuto a precisare il carattere «puramente educativo» della sanzione, finalizzata ad affermare il principio del rispetto delle regole in un luogo “sacro” come la scuola. «Mai in tanti anni un alunno aveva urinato in un antibagno compiendo uno sfregio alla scuola», commentò a caldo la Santarcangelo, a seguito dell’atto vandalico avvenuto giovedì scorso intorno all’orario di chiusura delle lezioni.

In assenza di un colpevole e in applicazione dell’articolo 52 del regolamento d’istituto, approvato dagli organi collegiali della scuola, la preside aveva irrogato la sanzione di un giorno di sospensione con obbligo di frequenza per tutti gli studenti maschi del piano terra allocati in 10 classi. Per il legale della famiglia ricorrente, la sanzione violerebbe l’articolo 4, comma 3, del Dpr 249 del 1998, e l’articolo 72 del regolamento d’istituto del liceo classico statale Torquato Tasso, secondo cui «la responsabilità disciplinare degli studenti è personale. Nel caso di specie, invece, al ricorrente – contesta l’avvocato Feola - è stata applicata la sanzione disciplinare della sospensione per una condotta» cui lo studente «è totalmente estraneo».

Nel ricorso, inoltre, il legale della famiglia contesta che nel provvedimento disciplinare impugnato non si ravvisa «qualsivoglia condotta ascrivibile al ricorrente». I provvedimenti impugnati sono stati adottati «in attesa dell’individuazione dei responsabili». Il legale rimarca che nella sanzione disciplinare si riscontrerebbe «un intento manifestamente estorsivo e ricattatorio» e la «valenza fortemente diseducativa, utilizzando metodi inquisitori, di natura estorsiva e ricattatoria, per l’accertamento dei fatti». In riferimento all’applicazione dell’articolo 52 del regolamento d’istituto, il legale contesta che l’articolo riguarda la «diversa fattispecie del risarcimento dei danni», in merito all’articolo 3 comma 3 del Dpr 249 del 1998 secondo cui «nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima inviato ad esporre le proprie ragioni» e, quindi, negato il principio di garanzia del contraddittorio. 

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