Litiga col convivente e si lancia dal balcone,
morta: 8 anni fa aveva ucciso il marito

Litiga col convivente e si lancia dal balcone, morta: 8 anni fa aveva ucciso il marito
di Petronilla Carillo
Lunedì 29 Novembre 2021, 06:10 - Ultimo agg. 20:16
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Si è lanciata dal balcone al termine dell’ennesima e pesante discussione con un uomo con il quale conviveva. È accaduto tutto in una manciata di secondi: ha aperto gli infissi e si è gettata nel vuoto, senza dire nulla. Gli agenti della Squadra mobile, intervenuti sul posto assieme alle Volanti, hanno accertato che M. C. P., 49 anni, ha deciso da sola di togliersi la vita e nessuna responsabilità è da attribuire all’uomo con il quale condivideva l’abitazione in via Tasso. Tant’è che il magistrato di turno ha deciso di liberare subito la salma. È accaduto nel silenzio della zona alta del centro storico poco prima dell’ora di pranzo di ieri. All’interno di una abitazione dove convivevano alcune persone con un passato «importante», anche da senza fissa dimora. Nel groviglio di cose sparse alla rinfusa, un uomo ed una donna, convinventi, difficilmente riuscivano a stare in pace. Quando i vicini hanno sentito urlare hanno pensato che fosse la solita discussione, una delle tante. Poi all’improvviso il rumore di un tonfo e un urlo da parte di un uomo. È stato così che una tranquilla e monotona domenica di pioggia si è trasformata in una terribile giornata all’insegna della tragedia. Inutili i soccorsi, la donna - secondo quanto rilevato dai medici del 118 - sarebbe morta sul colpo. In un primo momento circolava voce che fosse stato l’uomo a spingerla ma approfondite indagini della polizia hanno da subito smantellato qualsiasi dubbio. La donna, del resto, era una vecchia conoscenza degli agenti proprio perchè sottoposta alla libertà vigilata sulla base di una sentenza emessa dal tribunale di Torre Annunziata. Ed in passato aveva già tentato il suicidio con le stesse modalità ma era stata fermata in tempo.

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La donna da sei anni era in libertà vigilata, nel 2013, quando risiedeva ancora a Torre del Greco, in una zona a ridosso del porto, uccise il marito prima stordendolo con il ferro da stiro e poi con cinque coltellate. Anche in quel periodo la donna, secondo la ricostruzione dell’epoca, litigava continuamente con il marito. Era ossessionata dal pensiero della morte dopo essere stata operata per un tumore al seno ed era convinta di aver trasmesso il male anche ai due figli gemelli che allora avevano solo 12 anni. Uno stato di agitazione psichica ignorato dal convivente.

Dopo aver ucciso il marito ha cercato anche di strangolare il figlio con una cintura e, quando questi riuscì a fuggire, provò a far esplodere l’appartamento aprendo la bombola del gas. Anche in quella circostanza la donna tentò di lanciarsi dal balcone, l’omicidio e la sua storia vennero fuori dopo che i vigili del fuoco intervennero per un principio di incendio segnalato dai vicini. La donna quel giorno, approfittando che i figli erano andati al mare, andò in camera da letto dove riposava il marito e compì il folle gesto. Al rientro dei figli si limitò a dire: «Papà dorme». Ma con il passare delle ore l’atteggiamento della madre insospettì i ragazzi, che andarono a controllare come stesse il padre. Quando scoprirono l’accaduto i ragazzi hanno chiamarono la polizia: la donna andò di nuovo in escandescenza, tentò di uccidere il figlio che fuggì con la sorella da una vicina di casa e poi reciso il tubo del gas provocando solo vampate che causarono un piccolo incendio. Proprio per le sue condizioni psicologiche le furono tolti i figli e fu rimessa, dopo un periodo di cure e di carcere, in libertà vigilata. 

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