Luci d'artista, nuovo ribaltone:
la torinese Iren batte i francesi

Luci d'artista, nuovo ribaltone: la torinese Iren batte i francesi
di Giovanna Di Giorgio
Sabato 1 Giugno 2019, 13:30
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Per le motivazioni bisognerà aspettare ancora un po'. Ma la sentenza c'è, è chiara e ormai inappellabile: la Iren Energia si aggiudica l'accordo quadro per l'ideazione, la realizzazione, il montaggio e lo smontaggio delle installazioni luminose per Luci d'artista. Il Consiglio di Stato, insomma, accoglie l'appello dell'azienda di Torino e, in riforma della sentenza di primo grado emessa dal Tar, respinge il ricorso proposto dalla francese Blachere Illumination. L'edizione 2019 di Luci d'artista, quindi, sarà realizzata di nuovo dalla ditta piemontese.
 
Una decisione, quella di palazzo Spada, che in sostanza dà ragione non solo alla Iren ma anche al Comune di Salerno. Il quale, in prima istanza, a luglio del 2017, aveva aggiudicato la gara proprio al raggruppamento temporaneo d'imprese formato da Iren Energia, Decolight, Novatek e Artlux. Al bando avevano partecipato altre due imprese: l'azienda francese Blachere Illumination e l'Ati formata da Rbr Light e Metalux di Avellino. L'aggiudica riguardava non solo la dodicesima edizione dell'evento, per il 2017-2018, ma anche le due edizioni successive, fino al 2019-2020. Un accordo quadro per un importo annuo di due milioni e 852mila euro, ovvero 8 milioni 556mila euro per tre anni. Che, con il ribasso del 10 per cento offerto dal raggruppamento vincitore, ha comportato una spesa totale di due milioni e 577mila euro. Alla luce della decisione del Consiglio di Stato pubblicata ieri (dopo la discussione in camera di consiglio del 30 maggio), la situazione torna dunque quella che era stata determinata due anni fa. A quanto pare, dunque, non ci sarebbe il conflitto d'interesse in virtù del quale la Blachere aveva impugnato l'aggiudica definitiva rivolgendosi al Tar di Salerno. I giudici amministrativi, infatti, in primo grado avevano parlato di una «cointeressenza di fatto» e «non risolvibile» tra il Comune di Salerno e la Iren Energia. Un interesse condiviso che, secondo il Tar di Salerno, sezione prima, «avrebbe dovuto determinare l'esclusione» della ditta di Torino dalla gara triennale a evidenza pubblica bandita dal Comune per la realizzazione di Luci d'artista. Decisione in base alla quale la multinazionale d'Oltralpe, subentrando alla Iren Energia, ha realizzato la scorsa edizione di Luci d'artista. Non ci sarebbe, dunque, nessun conflitto d'interesse.

Il condizionale, però, è d'obbligo. Almeno fino a quando non saranno messe nero su bianco le motivazioni della sentenza. Perché, «considerato che il Comune di Salerno scrivono i giudici - ha dichiarato di avere interesse alla pubblicazione anticipata del dispositivo rispetto alla sentenza», per ora c'è solo il dispositivo. «Abbiamo chiesto la pubblicazione del dispositivo perché le tempistiche sono contingentate per poter assicurare la nuova annualità dell'iniziativa - afferma il legale del Comune, Aniello Di Mauro - Abbiamo precisato che avevamo cinque mesi di tempo per l'allestimento delle luminarie, sia da parte dell'una che dell'altra ditta. A noi precisa non interessava chi dovesse allestirle, volevamo solo assecondare la decisione del CdS. Questa era l'esigenza primaria dell'amministrazione. Abbiamo chiesto prima il dispositivo per evitare di andare a casaccio». Due i motivi del ricorso, «uno di natura processuale e uno di diritto sostanziale». Da un lato, «un problema di inammissibilità e improcedibilità del ricorso della Blachere di primo grado»: la ditta, cioè, non avrebbe proposto l'impugnativa nei termini. Dall'altro lato, «contestavamo la sussistenza del conflitto d'interessi che il giudice di primo grado aveva riconosciuto continua Di Mauro Quindi, non conosciamo le motivazioni, ma avendo accolto l'appello e non avendo specificato l'inammissibilità e l'improcedibilità, immagino che il CdS si sia espresso su entrambi i profili». Di Mauro fa presente che palazzo Spada potrebbe aver ribadito «una sentenza recentissima dello stesso CdS che aveva escluso il conflitto d'interesse per una situazione ben più coinvolgente». La decisione dei giudici romani arriva dopo che gli stessi avevano respinto l'istanza cautelare proposta dalla Iren e sospeso il giudizio a data da destinarsi in attesa della decisione della Corte di giustizia europea, chiamata in causa dalla società torinese. «La cosa importante sottolinea Di Mauro - è che il CdS ha riconosciuto l'originaria valutazione dell'amministrazione, riformando la sentenza del Tar. Tra l'altro, rispetto a questo iter giudiziario, non vi sono profili di responsabilità per l'amministrazione, in quanto è andata perfettamente in esecuzione del giudicato, in primo grado affidandola alla Blachere e ora riaffidandola alla Iren. In primo grado fu anche rigettata la richiesta di risarcimento danni. Diamo a Cesare quel che è di Cesare», chiosa.
 
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