La venticinquenne di origine brasiliana rimasta intossicata nei giorni scorsi da monossido di carbonio assieme ai due piccoli figli a Polla, nel Salernitano, non si è ancora ristabilita completamente avendo riportato un danno anche al cuore. La donna è affidata alle cure dei medici della medicina d'urgenza del San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona, guidati dal dottore Antonio Petrocelli e, soprattutto, della camera iperbarica decisiva per salvarle la vita.
I suoi due bambini sono assistiti, invece, nel centro di medicina iperbarica dell'ospedale Santobono di Napoli. «Stiamo facendo il possibile - sottolinea Dante Lopardo, responsabile di struttura dipartimentale di terapia iperbarica e medicina subacquea della struttura salernitana - e siamo fiduciosi.
Di questi tempi, con il freddo più intenso, il monossido di carbonio è una delle principali cause di morte negli incidenti domestici. Stufe, camini, bracieri, possono essere mortali.