Maltempo: terreno e detriti bloccano
il Fusandola, melma nera a Santa Teresa

Maltempo: terreno e detriti bloccano il Fusandola, melma nera a Santa Teresa
di Petronilla Carillo
Venerdì 8 Gennaio 2021, 06:45 - Ultimo agg. 20:09
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«Il torrente Fusandola è a serio rischio di esondazione soprattutto nella parte che è stata scatolata, quella verso monte». Parole profetiche, secondo qualcuno. Conseguenza tecnica di un intervento sbagliato, secondo altri. Fatto è che ciò che l’ingegnere Rago, consulente della procura, ha scritto in 58 pagine di perizia tecnica sulla deviazione del torrente Fusandola, partendo proprio dalle continue «otturazioni» della foce, ha rischiato di anticipare i tempi e trasformarsi in realtà. Dopo giorni di maltempo e mareggiate, difatti, la foce del torrente sulla spiaggia di santa Teresa era completamente otturata dalla presenza di terreno e detriti. Tant’è che ieri mattina, sono comparsi i bob cat per liberare l’area e consentire alle acque del torrente di defluire in mare.

Come natura vuole. Un intervento, poi celebrato anche dall’amministrazione comunale con un comunicato arrivato nel pomeriggio: «Nella giornata di oggi sono stati avviati i lavori di pulizia della foce del torrente Fusandola, che fanno parte degli interventi di manutenzione delle aste fluviali che l’amministrazione sta portando avanti in questi mesi - si legge nella nota - Proprio grazie a questi interventi, effettuati con cadenza regolare, il funzionamento idraulico ha tenuto nonostante la straordinarietà delle piogge di questi giorni.

In questi mesi si sta lavorando, tra le altre cose, anche alla pulizia del fiume Irno, del letto del torrente Fuorni e dell’area di via Rafastia con la pulizia della grigliatura di contenimento. Anche in un delicato momento come questo, continuiamo il lavoro già in programma per la nostra città e, contemporaneamente, avviamo progetti per realizzare la Salerno di domani. Siamo pronti a ripartire».

Ma, sulla «pulizia» della foce del Fusandola da giorni sta chiedendo un’azione concreta il consigliere comunale Corrado Naddeo, intervenendo personalmente con l’assessore all’Ambiente Cammarano, su sollecitazione dei Figli delle Chianchiarelle, preoccupati (tutti) non soltanto delle condizioni di sicurezza dell’area ma anche delle condizioni ambientali della storica spiaggia. Del resto proprio la perizia Rago, e dei rischi legati all’inscatolamento del torrente e alle difficoltà delle acque di defluire in mare, è all’attenzione in questi giorni dei magistrati della Corte d’Appello di Salerno che stanno valutando la consulenza come nuovo elemento di prova nel processo bis sulla realizzazione del Crescent. La consulenza, ricordiamo, è stato anche l’elemento principale che ha indotto la magistratura a riunire due procedimenti relativi alla variante che ha portato alla deviazione del corso d’acqua conditio sine qua non per realizzare piazza della Libertà e lo stesso Crescent. 


LA MELMA
Ma, per un intervento che viene realizzato, un altro sembra cadere al momento nel dimenticatoio. Le lunghe mareggiate dei giorni scorsi, difatti, hanno trasportato sull’arenile anche della melma nera. La stessa che comparve a novembre dello scorso anno e che fu analizzata dall’Arpac con risultati non poco tranquillizzanti. Secondo quelle analisi, difatti, quella concentrazione scura di alghe ed altre scorie, sarebbe composta da idrocarburi «con valori di concentrazione superiori alla concentrazione soglia di contaminazione per i siti ad uso verde pubblico privato e residenziale - si legge nelle nota a firma dei tecnici dell’Unità operativa Surc e del dirigente dell’area territoriale - e valori di concentrazione inferiori alla concentrazione soglia di contaminazione per i siti ad uso commerciale ed industriale». «Pertanto - si legge ancora nel documento - il sito risulta potenzialmente contaminato e necessita siano poste in essere le procedure dell’articolo 242 del decreto legislativo 152/06 (ovvero la bonifica nel giro di 24 ore, ndr)». Quella comparsa nei giorni scorsi, dunque, potrebbe essere la stessa sostanza comparsa lo scorso novembre, dovuta probabilmente agli scarichi delle navi che sostano a largo del porto che si appoggiano sui fondali, smossi dalle operazioni di dragaggio ma soprattutto dalle mareggiate.

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