La suocera le «scippa» i due figlioletti,
il Tribunale li restituisce alla mamma romena

La suocera le «scippa» i due figlioletti, il Tribunale li restituisce alla mamma romena
di Petronilla Carillo
Mercoledì 20 Maggio 2020, 06:55 - Ultimo agg. 09:21
2 Minuti di Lettura
Potrebbe essere paragonata alla storia di Cenerentola, anche se la figliastra in questione è la compagna del figlio morto. Una donna straniera, rumena, che dopo la scomparsa del padre di due dei suoi tre figli - il più grande lo aveva avuto da un precedente matrimonio -, ha dovuto combattere contro la suocera anche solo per far valere i propri diritti di madre. Così, dinanzi ad un provvedimento che sanciva la decadenza della genitorialità, procedimento del quale - come scrivono i giudici della Corte d’Appello sezione Minorenni - la donna «non aveva conoscenza legale», ha proposto appello, rivolgendosi all’avvocato Lucia Vicinanza, e ha ottenuto una riforma del decreto riacquistando la propria genitorialità.

Ma non solo. Alla nonna ottantenne che vive nel sud della provincia, è stato anche revocato l’affido sine die dei due ragazzini (il maschietto di 11 anni e la femminuccia di 8), affidati per un anno - il tempo che bambini e mamma facciano un percorso di recupero del rapporto - ai Servizi sociali del Comune di residenza con obbligo per i bambini di vivere presso un’abitazione di famiglia con la nonna paterna e il fratello maggiore, figlio di un precedente matrimonio del padre morto. I servizi sociali, secondo quanto disposto dai giudici del presidente Bruno De Filippis, dovranno seguire il percorso di madre e figli per una riavvicinamento. La storia giudiziaria, seguita dall’avvocato Vicinanza, è però segnata - come si legge nel ricorso proposto - anche da una serie di mancate notifiche e disguidi giudiziari. Mentre quella personale della rumena e della suocera, è caratterizzata da violenze, porte chiuse in faccia e soprusi psicologici di cui anche il più grande dei due bimbi aveva coscienza tant’è che, invitando la madre ad andarli a trovare, la tranquillizava: «non ti faranno del male».
© RIPRODUZIONE RISERVATA