Mamma uccisa dal Covid a 33 anni,
lacrime e palloncini bianchi per l'addio

Mamma uccisa dal Covid a 33 anni, lacrime e palloncini bianchi per l'addio
di Nello Ferrigno
Domenica 29 Novembre 2020, 14:00 - Ultimo agg. 30 Novembre, 07:34
3 Minuti di Lettura

Decine di palloncini bianchi si sono levati in cielo quando la bara è entrata nel cimitero di Nocera Inferiore. È stato l'ultimo saluto dei tanti amici di Veronica Stile, la giovane mamma di 33 anni uccisa dal Covid. Ieri pomeriggio, insieme ai familiari, hanno atteso l'arrivo da Napoli del carro funebre. Ad aspettarla c'era il marito Rosario Stanzione, la mamma Maria Rosaria Mauramati, il padre Mariano Stile, i familiari più stretti. A pochi metri di distanza c'era il sindaco Manlio Torquato che aveva decretato il lutto cittadino. La bara è stata depositata davanti all'ingresso principale del cimitero. Don Mimmo Cinque, parroco del Vescovado dove Veronica viveva e don Carmine Citarella, zio del marito della donna e parroco di Casali di Roccapiemonte, hanno celebrato un breve rito funebre. Poi un corteo, composto soltanto dai familiari, è entrato nel camposanto dove è avvenuta la tumulazione. All'uscita, con la voce rotta dal dolore, il marito ha voluto ringraziare le persone presenti e rivolgendosi al sindaco, ha sottolineato «la grande manifestazione di affetto tributato a Veronica dall'intera città».

Vero, così la chiamavano familiari ed amiche, è deceduta all'alba di venerdì scorso. «Dieci giorni prima - ha raccontato lo zio Giancarlo Mauramati, dirigente medico di Otorino all'ospedale di Eboli - aveva avuto un po' di febbre. Si è sottoposta al tampone ed è risultata positiva. Dopo due giorni di terapia domiciliare ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie. Rosario, il marito, su indicazione del medico di famiglia, le ha procurato tra enormi difficoltà due bombole di ossigeno. Non c'è stato miglioramento, a quel punto sabato 21 novembre abbiamo deciso di ricoverarla al secondo Policlinico di Napoli che è dotato di un reparto ginecologico Covid». Veronica era in attesa del secondo figlio, era al quarto mese di gravidanza, tre anni fa aveva partorito Serena. Arrivata in ospedale una Tac consente di diagnosticare una polmonite bilaterale interstiziale. Ma non è soltanto il Coronavirus ad indebolire l'organismo della donna. Soffriva di anemia mediterranea con microcitemia, una malattia del sangue.

Giovedì sera il quadro clinico è peggiorato. Poco prima dell'alba Veronica è morta. I medici parlano di un'embolia polmonare che ha provocato l'arresto cardiaco. «Abbiamo fatto di tutto per rianimarla, anche con l'adrenalina, ma non c'è stato nulla da fare», hanno riferito i sanitari quando hanno telefonato a Rosario per comunicargli la scomparsa della moglie. «Mia nipote - ha detto Mauramati - non aveva la leucemia come ho sentito dire in giro». E poi racconta lo strazio della sorella che non ha potuto essere al fianco della figlia quando era in ospedale «nemmeno per farle una carezza quando stava male». Uno degli aspetti più tristi del Coronavirus è affrontare la malattia da soli, senza avere vicino le persone care. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA