La «mancia» della Tributaria:
25 euro per leggere i fascicoli

La «mancia» della Tributaria: 25 euro per leggere i fascicoli
di Petronilla Carillo
Martedì 21 Maggio 2019, 06:00 - Ultimo agg. 07:17
2 Minuti di Lettura
«Se non si pagava... neanche leggevano le carte... per 25 euro, nessuno le legge le carte». Lo ha ribadito ieri mattina al gip Piero Indinnimeo e al sostituto procuratore Elena Guarino, Claudio Dusci, l’ultimo ad essere interrogato nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti pagate in commissione tributaria regionale per pilotare le sentenze. Ma, quanto riferito da Dusci (legale rappresentante della Neos Consulting srl), in effetti, era stato già riferito agli inquirenti anche da altri. Ciascuno dei quattordici indagati, tutti finiti in carcere, ha fornito ai magistrati un precisa versione dei fatti assumendosi, in alcune circostanze, anche tutte le responsabilità. Eccetto Andrea Miranda, avvocato di fiducia della Facomgas srl di Giuseppe De Vivo: è stato l’unico ad avvalersi della facoltà di non rispondere. E così resta in carcere insieme ai quattro principali protagonisti della vicenda: i due giudici, Fernando Spanò e Giuseppe De Camillis, e i due dipendenti della commissione, Giuseppe Naimoli e Salvatore Sammartino. 

L’unico a tornare completamente libero è proprio il consigliere comunale di Castel San Giorgio, Giuseppe De Vivo. A suo carico il gip Indinnimeo non ha riscontrato alcuna responsabilità diretta. Difeso dall’avvocato Giuseppe Della Monica, De Vivo ha dichiarato di aver pagato 250mila euro al suo consulente Miranda perché la prassi prevede che, in caso di sentenza tributaria positiva, c’è una percentuale sulla parcelle da versare al proprio tecnico. Il credito vantato dall’Erario, in questo caso, era di otto milioni di euro. «Ed io non sapevo - ha confessato l’indagato - che poi una quota parte di quei soldi sarebbe andata al giudice sotto forma di tangente». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA