«Mio marito? Un violento
ma meglio lui che l'abbandono»

«Mio marito? Un violento ma meglio lui che l'abbandono»
di Francesco Faenza
Mercoledì 14 Dicembre 2016, 08:00 - Ultimo agg. 08:21
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EBOLI - Denuncia il marito dopo anni di violenze. Viene allontanta da casa e dimenticata dalle istituzioni. «Mio marito è violento, mi ha picchiato per anni. Ma ora sono pentita di averlo denunciato. Sono rimasta sola. Abbandonata dal sindaco e dalle istituzioni». Il racconto di Michela G. è drammatico. La donna non vive più a Eboli. Da due mesi è in una località protetta: «io non avevo chiesto questo».

Michela ha avuto il coraggio di denunciare il marito violento. Si è rivolta ai carabinieri e ai servizi sociali. Uscita dall’inferno domestico, la donna si è ritrovata a cento chilometri da casa: «Da due mesi vivo in una foresta, lontano dal mondo. Il sindaco mi aveva promesso un aiuto, io volevo solo una casa per ricominciare. Ora nemmeno mi risponde più a telefono». Michela è sfiduciata, urla il suo dolore. Non nasconde la sua amarezza: «Preferirei tornare a casa con mio marito, sopporterei di più le sue violenze, piuttosto che vivere in questo isolamento». Michela è stata picchiata per anni, senza pietà. Ha sopportato in silenzio, lividi, sangue e schiaffi. Quando si è ribellata, è incappata nei paradossi della giustizia: «ho denunciato le violenze di mio marito e il giudice gli ha dato gli arresti domiciliari. Mi ritrovo a 100 chilometri da casa, mentre lui vive nella nostra abitazione a Eboli».

Michele è stata sistemata in provincia di Caserta. E’ seguita dall’associazione la “Casa di Very”. Il suo sogno è stato tradito due volte. Il matrimonio è naufragato tra calci e pugni. Il riscatto promesso dalle istituzioni non è arrivato. La donna, ora, ha più paura del silenzio dei politici che della violenza marito: «sono pentita, sicuramente non rifarei più la denuncia. Meglio vivere con mio marito in casa, meglio subire la sua violenza, che finire in un paese sperduto del casertano, a vivere senza contatti sociali, senza nessuno, senza dignità». La storia di Michela è piena di paradossi. Il 7 ottobre la donna finisce in ospedale per i maltrattamenti del marito.
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