Cadavere in un casolare a Pontecagnano,
il giallo di Marzia alla svolta: attesa per il Dna

Cadavere in un casolare a Pontecagnano, il giallo di Marzia alla svolta: attesa per il Dna
di Petronilla Carillo
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 23:53 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 18:57
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A Pontecagnano Faiano sono tutti convinti che quel corpo in decomposizione ritrovato in un casolare abbandonato verso la zona di Santa Tecla, a Faiano, sia di Marzia Capezzuti la giovane donna di origine milanese di cui si sono perse le tracce da oltre un anno. Esattamente dal primo giugno del 2021. Il cadavere, del tutto irriconoscibile, è stato in queste ore sottoposto alle analisi del Dna. Un test necessario non soltanto per l’identificazione della persona ma anche del sesso che non sarebbe stato riconoscibile. Per questo motivo gli inquirenti vanno cauti nel confermare che quei resti umani siano di Marzia Capezzuti. 

Sono mesi ormai che i carabinieri, coordinati dalla procura di Salerno, diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, hanno aperto un fascicolo per capire dove sia finita Marzia, 29 anni, ed una psicolabilità riconosciuta ufficialmente tanto che, per la sua invalidità, percepiva una pensione di 800 euro. Pensione che, secondo gli investigatori dell’Arma, sarebbe stata prelevata da altri.

E c’è un video, quello della telecamera del bancomat postale di Fuorni a Salerno, a ritrarre due persone che incassano i soldi di Marzia proprio a giugno del 2021. L’ultima volta che la ragazza è stata vista a Pontecagnano è, invece, nel marzo del 2021. A luglio l’appello del padre Ciro al programma «Chi l’ha visto?».

Il fascicolo in un primo momento è stato aperto per scomparsa di persona, ma a settembre le indagini hanno preso una piega diversa: la procura di Salerno ha iniziato a cercare un cadavere e non più una persona scomparsa. Sul registro degli indagati sono state iscritte cinque persone per omicidio ed occultamente di cadavere. Tre di queste vivevano con la 29enne. Si tratta di Barbara Vacchiano, 46 anni, cognata di Marzia; il marito Damiano Noschese di 36 anni; e il figlio ventenne della donna, Vito Vacchiano. Gli altri due, amici di Noschese, secondo le ipotesi investigative avrebbero avuto un ruolo marginale tutto ancora da chiarire. E proprio alcune intercettazioni ambientali avrebbero portato i carabinieri del comando provinciale, diretti dal colonnello Filippo Melchiorre, e della compagnia di Battipaglia, a quel casolare che dista solo sei chilometri da dove Marzia viveva con Barbara Vacchiano, sorella del suo fidanzato (trovato morto nel 2019 in un sottopasso a Scampia per una overdose) e la sua famiglia.

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Il lavoro degli investigatori ha portato alla luce una storia di disagio e di violenza. Nelle ultime telefonate fatte da Marzia alla famiglia, la giovane donna avrebbe prima chiesto aiuto al padre perché le avevano fatto firmare delle carte e le prendevano i soldi (l’ipotesi è che la famiglia Vacchiano-Noschese abbia chiesto un finanziamento le cui rate venivano pagate con la pensione di Marzia) e poi aveva annunciato di essere incinta inviando alla sua famiglia una sua foto con un pancione. Ma Marzia, nonostante lei e Barbara - la ex cognata che avrebbe gestito anche le sue telefonate facendole utilizzare il suo telefono personale perché lei non ne aveva uno suo - avessero più volte parlato di un tale Beppe nessuno ha mai saputo delle reale esistenza di quest’uomo spacciato per il fidanzato della 29enne. Secondo i racconti e le testimonianze raccolte nell’ultimo anno dagli inquirenti, pare che Marzia vivesse in uno stato di totale segregazione e sottoposta a continue violenze e vessazioni. Accuse che la Vacchiano, la principale indagata, ha sempre respinto con forza. Marzia, secondo le indiscrezioni trapelate, sarebbe stata picchiata e trattata da schiava. Segnalazioni anonime giunte ai carabinieri attraverso un’associazione locale contro la violenza sulle donne, parlerebbero di costrizioni alle quali la ragazza era sottoposta: obbligata a prostituirsi, sarebbe stata rinchiusa in uno stanzino e costretta a dormire a terra. Abitudine tipiche di Barbara Vacchiano, secondo l’ex moglie del fidanzato di Marzia, anche lei costretta a scappare da quella famiglia perché vittima di abusi e violenze e teste chiave della vicenda. 

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Da Milano alla Campania per amore. Prima a Napoli per vivere con un uomo conosciuto tramite i social e poi a Pontecagnano per un nuovo amore. E a Pontecagnano sarebbero iniziate le sue disavventure prima con un uomo violento e problematico, poi con la cognata che, dopo la morte del fidanzato, aveva deciso di tenerla in casa con se. Ufficialmente per offrirle una continuità di vita in quanto membro della sua famiglia. Ma cosa è accaduto in quella casa è tutto da chiarire. Ci sarebbero nel fascicolo di Marzia Capezzuti anche due dvd sequestrati dai carabinieri a casa della Vacchiano e del suocero in cui potrebbero esserci delle immagini di Marzia perché, stando ad alcune indiscrezioni investigative, la ragazza veniva controllata con delle telecamere. 

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