Mazzette al cimitero di Battipaglia,
licenziato in tronco il comunale infedele

Mazzette al cimitero di Battipaglia, licenziato in tronco il comunale infedele
di Marco di Bello
Giovedì 22 Luglio 2021, 09:03 - Ultimo agg. 21:11
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Il Comune di Battipaglia ha deciso: il dipendente infedele, che a luglio dello scorso anno fu coinvolto nel caso dell'anomala gestione del camposanto battipagliese, è stato licenziato. La decisione è arrivata al termine del procedimento disciplinare, che ha visto il dipendente valutato dalla Commissione disciplinare comunale. L'esito è stato il peggiore che si potesse attendere: licenziamento senza preavviso a decorrere dal 20 luglio. Una decisione, arrivata all'indomani del patteggiamento chiesto dal dipendente stesso, che ha visto comminargli una pena di diciotto mesi con il beneficio della condizionale, nell'ambito del procedimento giudiziario nel quale era coinvolto. Nel mentre, al Comune i dirigenti si sono fronteggiati per capire come gestire la situazione. In un primo momento era anche stata valutata la mobilità verso il Comune di Bellizzi, dove era stata anche data la disponibilità da parte del sindaco Mimmo Volpe. La cosa, però, non è andata in porto. E così, i tempi per il provvedimento si sono inevitabilmente avvicinati fino a esaurirsi completamente. Alla fine, poiché il regolamento comunale prevede che il patteggiamento corrisponda a una ammissione di colpa è arrivata la decisione del licenziamento. Un unicum nella storia di Battipaglia: neanche allorquando si è consumato lo scioglimento del Consiglio comunale per la presunta infiltrazione camorristica, furono assunti provvedimenti così gravi nei confronti dei dipendenti comunali. 

 

La vicenda del cimitero di Battipaglia ha inizio esattamente un anno fa, a luglio del 2020. Allora furono i carabinieri di Battipaglia a scoprire, anche attraverso dei video ottenuti tramite intercettazioni ambientali, che alcuni dipendenti avrebbero ricevuto contributi economici da parte di imprenditori per procedere alla tumulazione del defunto. In tutto, la Procura ha rinviato a giudizio dieci persone fra dipendenti e imprenditori che avrebbero messo in piedi, secondo l'accusa, un vero e proprio patto corruttivo. Solo uno, proprio il dipendente comunale licenziato, ha però ammesso le proprie responsabilità. Tutti gli altri, invece, stanno ancora difendendosi dal processo incardinato presso il Tribunale di Salerno dal sostituto procuratore Elena Cosentino. Non è la prima volta che gli inquirenti mettono gli occhi sul camposanto battipagliese. Già in passato la magistratura si è interessata della questione del cimitero, come dimostra anche la relazione della Commissione d'accesso, che fotografò gli interessi criminali dei clan locali. Non è un caso che storicamente il camposanto soffra di cronica scarsità di posti per la tumulazione. Al punto che, in più di un'occasione, l'Ente è stato costretto a tenere per giorni i feretri dei defunti all'interno delle celle cimiteriali per consentire di liberare altri loculi.
 

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