La mensa è troppo cara, i genitori
degli studenti: «Allora pranzo al sacco»

La mensa è troppo cara, i genitori degli studenti: «Allora pranzo al sacco»
di Gianluca Sollazzo
Mercoledì 21 Settembre 2022, 08:27
4 Minuti di Lettura

Una famiglia su tre a Salerno protesta contro l'amministrazione comunale per l'aumento delle tariffe della mensa scolastica. C'è agitazione tra i genitori degli alunni dell'infanzia e delle elementari. Ben 819 famiglie hanno sottoscritto una petizione per chiedere al Comune un passo indietro sul rincaro delle tariffe della mensa scolastica partita proprio lunedì tra mille proteste. Centinaia di famiglie, infatti, hanno deciso di non usufruire dei pasti comunali in aperto segno di dissenso, optando per un pranzo «al sacco», quindi domestico. «Centinaia di genitori sono colpiti a livello finanziario, l'avvio della mensa rincarata non trova d'accordo molte famiglie», denuncia Michele Sarrubbo, portavoce dei genitori degli alunni a tempo pomeridiano del capoluogo.

La protesta covava da settimane. E così è scattata una petizione sottoscritta da 819 famiglie e protocollata al Comune. Nei primi due giorni di mensa centinaia di bambini hanno mangiato pasti portati da casa. Questo ha fatto scattare anche l'allarme dei dirigenti scolastici, che hanno invitato i genitori a ritornare sui propri passi.

Mangiare pasti da casa, infatti, non è consentito. «Le famiglie - dichiara Sarrubbo - stanno adottando il pasto casalingo con tutti i problemi annessi fino a quando non si risolverà la questione. Le famiglie oltre a chiedere ciò che è scritto nella petizione, chiedono che non ci sia una obbligatorietà della mensa scolastica e di autorizzare anche il pasto casalingo».



La mensa è partita in tutte le scuole regolarmente lunedì 19 settembre. Ma restano i dissensi dei genitori contro il rincaro delle tariffe. Da qui l'avvio della petizione di 819 genitori di alunni. Nel capoluogo sono 2.300 gli alunni aventi diritto al servizio di refezione. Quindi, un genitore su tre è in totale disaccordo col Comune. «Con la delibera di giunta comunale n. 259 il Comune di Salerno per ripianare la propria esposizione debitoria ha ritenuto disporre interventi che impattano gravosamente sulle economie dei cittadini - si legge nella petizione firmata da 819 genitori - Tra gli aumenti indicati e applicati, l'aumento del costo della refezione scolastica è il più oneroso a carico delle famiglie, addirittura incidendo maggiormente sulla terza fascia Isee rispetto alle fasce superiori, molto probabilmente la motivazione concreta va ricercata nel dato che la maggior parte dei contribuenti appartiene proprio alla terza fascia Isee».

Secondo quanto si legge nel testo della petizione, i genitori denunciano che «per una famiglia in fascia Isee tra 9.001 euro e 15 mila euro (terza fascia) con 2 figli minori fruitori del servizio di refezione scolastica è stato applicato un aumento tariffario con incidenza di ben 256 euro in più rispetto all'anno precedente, per gli otto mesi stimati di fruizione del servizio, passando da un totale di 736 euro a un totale di 992 euro pari a circa il 34,8% di rincaro». Da qui l'affondo dei genitori in agitazione. «Alla luce di questa analisi appaiono prive di significato le motivazioni che hanno spinto la giunta comunale ad una distribuzione delle tariffe della refezione scolastica per rispondere (addirittura) maggiormente all'esigenza di tutelare le fasce più deboli della popolazione - scrivono i genitori - Dall'analisi delle tariffe si evince un maggior aggravio per la terza fascia Isee (rincaro del 34,8%) rispetto alla quarta e quinta fascia che percepiscono rispettivamente rincari solo del 32,5% e del 32,2%».

Poi l'allarme di non poco conto lanciato dalla petizione popolare. «L'impossibilità di molte famiglie nel fronteggiare l'aumento del costo della refezione scolastica - si legge - sta inducendo alla non iscrizione al servizio valutando addirittura di chiedere all'amministrazione scolastica lo spostamento dello studente ad un diverso percorso di studi ad orario ridotto (30 ore). Ciò rappresenta una sconfitta sociale ma soprattutto un danno alla formazione scolastica dei bambini oltre ad un aggravio dell'organizzazione familiare che vedrà inesorabilmente sempre più genitori costretti a ridurre i propri impegni lavorativi per accudire i propri figli con una ripercussione negativa anche sulle economie familiari». Per questo i genitori chiedono al Comune di «voler ripristinare le precedenti tariffe» e di «considerare la reperibilità dei fondi necessari previsti dal Salva Comuni da altre fonti».

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA