Omicidio Borsa, in aula il suo assassino: acquisiti i messaggi, le faceva stalking

Processo all'omicida di Anna Borsa: il racconto in aula degli investigatori e l'acquisizione dei messaggi tra i due ex

Anna Borsa, vittima di femminicidio
Anna Borsa, vittima di femminicidio
di Petronilla Carillo
Venerdì 28 Aprile 2023, 06:35
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Alfredo Erra ieri era in aula per il processo che lo vede imputato per l’omicidio della sua ex fidanzata, Anna Borsa, e il tentato omicidio del nuovo fidanzato di lei, Alessandro Caccavale. Sguardo spento ed occhi fissi nel vuoto. Assenti, invece, le parti civili: la mamma, il papà e il fratello di Anna, rappresentati legalmente dagli avvocati Ivan Nigro e Rosanna Carpentieri. Legale di Erra, invece, l’avvocato Pierluigi Spadafora.
E ieri si è ricostruita la dinamica di quel maledetto primo marzo del 2022 attraverso il racconto dei carabinieri chiamati a testimoniare dalla procura di Salerno. Sono state seguite tutte le tappe: dall’arrivo di Erra al negozio in cui Anna lavorava, all’incontro con la madre di lei, alla presenza «protettiva» di Caccavale fino agli spari, alla verifica dello stato dei luoghi, al ritrovamento dei bossoli, passando per le ricerche dell’assassino, l’individuazione dello stesso presso l’area di servizio dell’autostrada. Un focus particolare hanno avuto, nel corso del dibattimento, anche i messaggi spregevoli che l’uomo mandava attraverso i suoi post facebook alla ex fidanzata ed è stata acquisita la trascrizione peritale delle ultime chat dei due oltre che dei falsi profili sociale che aveva creato a nome di Anna, con le foto della ragazza, nelle quali riversava tutto il suo odio per lei. Proprio dall’analisi delle chat è emersa la pregressa condotta di stalking, la vicenda della benzina che Erra gettò addosso alla giovane parrucchiera minacciando di darle fuoco se non fosse tornata con lui, ed ancora le minacce di spararle. Quello che è venuto fuori dal dibattimento di ieri è l’azione persecutoria fatta a 360 gradi nei confronti della Borsa nelle settimane prima di ucciderla. Anna, ricordiamo, non lo aveva mai denunciato ma per paura aveva pensato di chiedere un periodo di ferie a lavoro. L’omicidio avvenne il primo marzo dello scorso anno. I giorni precedenti alla sua morte la giovane parrucchiera, che fu uccisa proprio all’interno del salone presso il quale lavorava, li visse da incubo. «Ho paura di Alfredo» avrebbe detto alle persone care. Secondo l’accusa ci sarebbe la premeditazione da parte di Erra, l’uomo difatti voleva a tutti i costi tornare a condividere la vita con lei perché, diceva, di esserne innamorato. Eppure aveva avuto la lucidità di armarsi, di acquistare una pistola clandestina sul mercato nero, di restare seduto sulla poltroncina del salone in attesa che lei finisse di fare i capelli aduna cliente e poi di sparare. 


I MESSAGGI
Tante le chat e i post che sono stati acquisiti agli atti. «Abbiamo camminato insieme dall’adolescenza ma m vuliv mett u scambert.

Ma ndo fuoss c vaj tu crim. Pkke a lot a confront a te è oro»: è il posto che scrive soltanto il 24 febbraio pochi giorni prima. Il suo ultimo post facebook, prima dell’omicidio, è intriso di gelosia: «Se ti bacerà sentirà il mio sapore.... ehh prego» e poco prima: «Possono prendersi solo gli avanzi, il meglio me lo sono preso io». 

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