Finì al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Speranza in condizioni disperate perché la sua mamma, tossicodipendente, gli aveva somministrato sin dalla nascita del metadone per far fronte alle crisi di astinenza del neonato che, già in grembo, era stato drogato. Era l’estate 2019 e il piccolo aveva appena 50 giorni: ora a distanza di due anni, quella vicenda per cui il bambino è prima finito in una struttura, poi è stato affidato ad una famiglia dal tribunale per i minorenni, approda davanti ai giudici. Il gup del tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, all’esito dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio i genitori del bambino, un 35enne marocchino e una 37enne georgiana da anni residenti a Battipaglia, accusati entrambi di aver somministrato al figlioletto sostanze oppiacee. Il dibattimento prenderà il via il prossimo 12 luglio davanti ai legali di parte, gli avvocati Giovanni Fava e Fiorenzo Marino per gli imputati, e gli avvocati Luca Monaco, chiamato a rappresentare gli interessi del piccolo, e Giancarla D’Urso, curatore speciale del minore. I fatti risalgono al periodo tra giugno e luglio 2019 ma vennero a galla solo la notte del 28 luglio quando i genitori del piccolo, resisi conto che era in preda ad una crisi più forte, capirono che da soli non avrebbero potuto salvargli la vita.
Così portarono il neonato al pronto soccorso dell’ospedale di Battipaglia dove, proprio la madre, spiegò ai medici di aver somministrato al figlio del metadone per calmare le sue crisi di astinenza.
Il neonato già in grembo aveva assunto le sostanze stupefacenti di cui faceva uso la madre, che proprio con il metadone stava cercando di disintossicarsi, e per questo il piccolo andava incontro a continue crisi di astinenza che la donna tentava di placare con il metadone. La notte del 28 luglio, dopo la consueta assunzione, le condizioni del neonato precipitarono e i genitori si resero subito conto della gravità della situazione.
La corsa in ospedale e l’immediato ricovero salvarono la vita al bimbo che non fece più ritorno nella sua abitazione a Battipaglia. Collocato dal tribunale per i minorenni in una struttura con un provvedimento d’urgenza, è stato poi dato in affido ad una famiglia. Ora per i suoi genitori si apre il processo.