«Mi mandano gli amici», tenta
l'estorsione al cantiere: arrestato

«Mi mandano gli amici», tenta l'estorsione al cantiere: arrestato
di Nicola Sorrentino
Martedì 12 Aprile 2022, 06:41
3 Minuti di Lettura

«Vengo in nome degli amici», con queste parole si sarebbe presentato un uomo di 43 anni, G.S., presso un cantiere nel comune di Angri, pretendendo una somma in denaro per far proseguire regolarmente il corso dei lavori. Di tutta risposta, chi era sul posto non si è lasciato intimorire, segnalando in pochi secondi l’accaduto ai carabinieri. Così è stato arrestato in flagranza di reato, lo scorso weekend, un uomo di Sant’Antonio Abate, con l’accusa di tentata estorsione. Ieri mattina, il gip del tribunale di Nocera Inferiore ha convalidato l’arresto, disponendo per l’indagato gli arresti domiciliari. Nei giorni precedenti all’udienza di convalida, l’uomo era stato trattenuto in carcere. Allo stato attuale, non gli viene contestata l’aggravate mafiosa, ma non è escluso che il fascicolo possa essere trasmesso dalla Procura di Nocera Inferiore a quella di Salerno, presso l’Antimafia, per nuovi accertamenti e in ragione di quanto al momento viene contestato al 43enne. L’uomo potrebbe anche aver solo millantato amicizie in ambienti criminali, per ottenere rapidamente soldi in contanti. 

Stando alle indagini dei carabinieri, che erano intervenuti dopo la segnalazione effettuata dalle persone presenti, il 43enne si era presentato presso quel cantiere privato dove erano in corso dei lavori di ristrutturazione. Poi, avvicinatosi a chi rappresentava ditta e operai, avrebbe esternato la sua richiesta. Ovvero, pagare il 3%, così come contestato dall’accusa, del ricavato di quei lavori per poter proseguire questi ultimi senza problemi.

Per avvalorare tale pretesa, l’uomo avrebbe lasciato intendere di essere mandato da qualcun altro, parlando «per conto di amici» senza però fare riferimento ad alcun clan o organizzazione criminale. Il 43enne non ha precedenti né condanne per reati di camorra, ma dei procedimenti in materia di stupefacenti. Ieri mattina, dinanzi al gip, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

L’autorità giudiziaria proseguirà quasi certamente le indagini sul singolo episodio, per contestualizzare meglio il ruolo dell’uomo. G.S potrebbe anche aver solo millantato di avere amicizie legate ad ambienti criminali, spingendo la Procura a non contestargli l’aggravante camorristica. Nell’ultima relazione della Dia, proprio nei comuni di Sant’Antonio Abate, oltre che di Angri e Santa Maria la Carità, veniva evidenziato come si registrasse la presenza di un vecchio clan che sarebbe tornato in attività. Più volte, in passato, quei comuni, ai confini con l’Agro, erano stati territori colpiti da attività mafiose, specie in relazione alle estorsioni e al racket sui cantieri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA