Microchip nei camici Asl, è scontro
«Quella funzione non è attivata»

Microchip nei camici Asl, è scontro «Quella funzione non è attivata»
di Sabino Russo
Martedì 6 Febbraio 2018, 06:10 - Ultimo agg. 09:20
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Microchip nascosto nelle divise dei dipendenti dell’Asl. A denunciare la presenza di un sistema di geolocalizzazione, posto dalla ditta fornitrice nei camici di medici e infermieri, così come degli altri operatori, per rintracciare le eventuali divise perse, è la Uil Fpl di Salerno, che lamenta una possibile violazione della privacy, oltre a un mancato accordo con le organizzazioni sindacali. 

«Le divise sono chippate solo per contarle e tracciare l’entrata e uscita dallo stabilimento. I sistemi, in ogni caso, non sono attivi». A spiegarlo all’Asl è la ditta Pacifico, aggiudicataria del bando di affidamento del servizio di noleggio e lavaggio della biancheria e del vestiario dei dipendenti dell’azienda sanitaria, dopo le verifiche avviate in seguito alla segnalazione della Uil Fpl. Il chip presente nella biancheria distribuita solo in alcune strutture aziendali, come spiega l’Asl in una nota, sarebbe assimilabile all’etichetta identificativa del capo, con la funzione di tracciare l’entrata e l’uscita dell’articolo sporco/pulito dallo stabilimento produttivo. Si tratterebbe, quindi, di un’attività interna alla ditta che, in nessun caso, potrà tracciare a distanza i movimenti delle persone.

«In ogni caso tale funzione del microchip non è attivata – evidenzia la direzione aziendale dell’Asl – Il nuovo appalto (gara espletata da Soresa su base regionale, al momento sospesa) non è partito; lo stesso prevede la fornitura di biancheria confezionata chippata solo ai fini di contabilità interna dell’azienda fornitrice e dell’amministrazione appaltante, per quantizzare il numero dei capi soggetti a lavanolo e al fine di garantire la correttezza della liquidazione delle fatture».
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