Migranti, sbarco choc in Campania
a bordo 26 donne morte in mare

Migranti, sbarco choc in Campania a bordo 26 donne morte in mare
di Petronilla Carillo
Sabato 4 Novembre 2017, 23:00 - Ultimo agg. 6 Novembre, 08:46
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La nave spagnola Cantabria a sbarcare, questa mattina, ha sbarcato ventisei cadaveri, tutte donne, recuperati nel Mediterraneo centrale dove, un paio di giorni fa, è affondato l’ennesimo barcone della speranza diretto in Italia. I ventisei corpi sono stati recuperati nelle acque dell’Egeo dall’equipaggio di una nave del dispositivo Eunavformed.

La macchina organizzativa a Salerno si è messa in moto già dalle prime ore della mattinata di ieri non soltanto per applicare il «solito» protocollo per l’accoglienza dei 375 migranti recuperati in vita ma, soprattutto, per individuare i Comuni disponibili a dare sepoltura alle salme. Un delicato lavoro, quello toccato al prefetto di Salerno Salvatore Malfi e alla sua equipe.
 



L’appello è stato lanciato a tutte le amministrazioni della provincia e alla fine in tredici hanno risposto all’emergenza umanitaria. Sì, perché, secondo quanto dichiarato dal direttore della Caritas diocesana, don Marco Russo, anche questa è una emergenza che deve portare tutti «ad essere sempre più vicini ed attivi verso gli ultimi, verso le persone più indifese che vivono il dramma della guerra e che vengono qui per cercare la sopravvivenza. Ciò che è accaduto non sia vano». 

In base al piano elaborato dalla Prefettura in dodici resteranno nel cimitero di Salerno, le altre vittime, invece, verranno seppellite nei Comuni che hanno accettato la tumulazione nel proprio cimitero. Baronissi, Battipaglia, Cava de Tirreni, Montecorvino Rovella, Pellezzano, Contursi Terme, Sala Consilina, Petina, Sassano, Montesano sulla Marcellana, Atena Lucana, Polla, Pontecagnano, qui resteranno queste ennesime morti, in quasi tutti una sola vittima, in un paio di Comuni ci saranno due tumulazioni. 
 
 

Per quanto riguarda invece gli altri 375 migranti in arrivo è stata predisposta ieri anche la ripartizione dell’accoglienza. Tra di loro ci sono nove donne in avanzato stato di gravidanza che verranno probabilmente ricoverate, tutte o quasi, in ospedale, al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per restare sotto controllo e far sì che le attività vitali dei feti vengano costantemente monitorate. Sul territorio regionale dovrebbero poi restare poco più di persone. Gli altri, invece, dovrebbero essere suddivisi tra Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Puglia e Toscana. 

Non è la prima volta che a Salerno sbarcano i cadaveri. Toccante e struggente fu il funerale organizzato dal Comune per il piccolo Austin, di soli tre anni, diventato il simbolo di una «diaspora» africana ormai senza più freni. Il piccolo, di origini nigerine, arrivò a Salerno il 9 maggio scorso in una piccola bara. Il funerale solenne fu pagato dall’amministrazione del sindaco Vincenzo Napoli che gli regalò anche i vestitini necessari per coprirlo.

La sua bara fu poi tumulata nel campo fiordaliso del cimitero di Salerno e vicino a lui la mamma, che lo accompagnò insieme al papà in quel drammatico percorso, gli pose un piccolo peluche. Soltanto a Salerno sono tredici le salme di migranti tumulat, molti dei quali non hanno neanche un nome. Sulla loro lapide il direttore diocesano della Caritas ha voluto che fosse scritto «sconosciuto, ma caro a Dio». 

Sono intanto ancora poche le notizie che arrivano dal ministero dell’Interno e dal comandante della nave Cantabria riguardo alle condizioni di salute dei migranti e sul’esatto numero dei minori non accompagnati presenti a bordo. La quota di ripartizione tra le province campane dipenderà molto proprio dal numero di minori che sono a bordo. Quelli non accompaganti resterano, per legge, affidati proprio all’amministrazione dove arrivano.  Le uniche informazioni disponibili sulla presenza di minori non forniscono specifiche: si fa genericamente riferimento alla presenza di 21 bambini sotto i 9 anni, 5 tra i 9 ed i 15 anni e 26 sopra i 15 anni. 

Ragazzini che potrebbero presto trovare dei tutori legali appena formati dal Comune di Salerno che, dopo mesi di lavoro e sinergie istituzionali a vari livelli, è riuscito ad avviare un percorso che potrebbe presto condurre a un nuovo tipo d’accoglienza fondato sull’affido dei minori non accompagnati a famiglie che ne facciano richiesta e risultino essere idonee. Ma, per il momento, è una eventualità che ancora non si è verificata.

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