Gelo nel Pd, Minniti cancella la tappa
in Cilento sul palco con Alfieri

Gelo nel Pd, Minniti cancella la tappa in Cilento sul palco con Alfieri
di Adolfo Pappalardo
Sabato 10 Febbraio 2018, 10:13 - Ultimo agg. 11:05
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Il ministro dell'Interno si ferma a Salerno. E svicola veleni e polemiche. Solo una tappa nel capoluogo per Marco Minniti dove è in corsa come capolista e poi subito rientro al Viminale per «sopravvenuti impegni istituzionali». Leggi corteo di Macerata oggi alle 14 dove la tensione rimane alta e potrebbero esserci problemi di ordine pubblico.

Cancellate le tappe a Paestum e San Gregorio Magno prese di mira, ieri mattina, dal centrodestra. Anzi, dal deputato Fdi Edmondo Cirielli perché a San Gregorio, accanto a Minniti, era previsto, oltre alla senatrice Angelica Saggese, l'ex sindaco di Agropoli Franco Alfieri, in corsa sempre per un seggio alla Camera (nel collegio uninominale del Cilento). «Il ministro Minniti nel tentativo di recuperare qualche voto per il Pd va braccetto per la campagna elettorale nel salernitano con un condannato? È un'offesa alle vittime dei clan», l'attacco di Cirielli (anche lui capolista). Veleni da campagna elettorale che si traducono in un certo imbarazzo al Viminale.

Anche perché Minniti sin dall'inizio della campagna elettorale ha preferito costruirsi un percorso più istituzionale e meno vicino al partito. Questione di stile. Quindi se la tappa oggi a Salerno, accanto a Piero De Luca, il figlio del governatore candidato nel collegio, viene mantenuta, saltano le altre due. Causa la manifestazione antirazzista oggi pomeriggio a Macerata. Una situazione incandescente lì nelle Marche dopo il raid di Traini contro alcuni extracomunitari che richiederebbe un impegno diretto del ministro Minniti a Roma. E quindi: stop alle tappe in provincia ma mantenendo quella con De Luca jr.
 
Ma naturale pensare a una via di fuga per evitare di infilarsi nel cul de sac delle polemiche ingaggiate da Fdi contro Alfieri per vicende legate a quando era sindaco. Senza dimenticare gli attacchi diretti, appena qualche giorno fa, da parte di Antonio Vassallo, il figlio del sindaco di Acciaroli ucciso nel settembre del 2010. «Ci stupisce la presenza del ministro dell'Interno, che dovrebbe essere un simbolo della lotta contro i clan, al fianco di Franco Alfieri, l'ex sindaco di Agropoli condannato dalla Corte dei Conti e sotto processo per omissioni di atti d'ufficio per il mancato utilizzo per finalità sociali da parte del suo Comune di tre appartamenti e due locali confiscati ad esponenti del clan Marotta, ad una manifestazione elettorale», dice Cirielli riferendosi all'annunciata manifestazione di San Gregorio Magno. E ancora: «Il segnale che arriva con la presenza di un rappresentante dello Stato al fianco di un condannato dalla Corte dei Conti per un fatto così grave è devastante per tutti i cittadini onesti che credono ancora nell'etica e nella lotta alla criminalità ma soprattutto appare come un'offesa verso le vittime dei clan». Vicenda nota al deputato di Fdi che, un paio di giorni prima di Natale, proprio per la vicenda delle case confiscate ai clan ma ancora in loro possesso chiese con un'interrogazione a Minniti «una verifica per accertare il livello di condizionamento da parte della criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica». E Cirielli ci torna ieri: «Auspico che Minniti, al quale ho chiesto di avviare una verifica sui rapporti tra politica e camorra nel Comune di Agropoli, possa prendere pubblicamente le distanze da comportamenti ambigui, che vanificano il lavoro quotidiano di magistrati e forze dell'ordine».

Nessuna risposta ovviamente se non la cancellazione, all'istante, delle due manifestazioni democrat a Sud di Salerno finite nell'occhio del ciclone. Rimane quella nel capoluogo alla Stazione Marittima dove stamattina si troveranno Minniti e Piero De Luca. Un luogo simbolo perché è qui che da mesi sono arrivate le navi cariche di migranti provenienti dal Nord Africa. Più di 5mila solo nell'ultimo anno.

Ma Alfieri in serata replica a Cirielli: «Non è una condanna ma un addebito di natura contabile. Si devono vergognare le persone che si nascondono dietro l'immunità parlamentare per lanciare accuse che per un qualsiasi cittadino costituiscono un reato di calunnia. Attacchi meschini che - conclude - denotano il nervosismo di Cirielli che ha già capito che nel collegio Agropoli la partita è chiusa per il centrodestra».
 
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