Sono sei i casi di omicidio colposo contestati al dottor Carmine Napolitano: dal caso di Luigi Cipollaro a quello di Michele Citera in cui lo stesso paziente «sentiva avvicinarsi la sua fine». E, ancora, il decesso di Andrea Carro, Aniello Montuori, Nunziante Sorrentino, Pasquale Sansone: tutti avvenuti tra novembre 2017 e marzo 2018. Straziante, ad esempio, il racconto del figlio di una delle vittime: «Alla fine stava sempre a letto, sembrava un vegetale. Ci eravamo resi conto che qualcosa non andava, aveva attacchi di febbre altissima con convulsioni. Riusciva solo a dire poche parole e per di più confuse, si stava spegnendo lentamente», ha raccontato Luigi Cipollaro. Il padre 62enne rimase ricoverato presso la clinica Tortorella dal 22 novembre 2017 al 15 gennaio 2018 per un intervento chirurgico allo stomaco: operazione che durò 10 ore e per «la ricostruzione del canale digerente venne utilizzato una parte di colon-intestino, tecnica diversa da quella che avrebbero inizialmente voluto utilizzare», come lo stesso chirurgo Napolitano informò i familiari del paziente rassicurandoli che l’intervento era «andato benissimo, non prospettando alcun rischio post operatorio».
Alcuni giorni dopo l’intervento, il medico disse ai figli del paziente che quest’ultimo aveva una fistole toracica che si era determinata durante l’intervento e che si sarebbe dovuta richiudere da sola nei giorni successivi.