Dialogo tra religioni all'Unisa:
«I giovani siano portatori di pace»

Monsignor Bellandi con gli studenti
Monsignor Bellandi con gli studenti
di Barbara Landi
Venerdì 20 Maggio 2022, 13:54 - Ultimo agg. 21:47
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Abbatte le barriere tra i popoli, l’università di Salerno. Allarga i confini dell’esperienza, con un momento di forte spiritualità. Insieme cristiani cattolici, metodisti, musulmani, in un dialogo interreligioso ed interculturale, in occasione della Santa Messa officiata da Monsignor Andrea Bellandi per la chiusura della tre giorni di animazione del campus a cura della Cappella Universitaria. “Siate annunciatori dell’amore e della gioia”, è l’invito di Bellandi agli studenti. “Come dice Papa Francesco, bisogna partire dalla fiducia verso l’altro, dalla sua ricchezza. Cammini religiosi con rispettive differenze, ma c’è l’umanità e la profondità che noi siamo richiamati a valorizzare per farne la base per un dialogo a tutto campo”.

Cattolici cristiani, metodisti e comunità musulmana al campus

La Cappella universitaria si conferma luogo di relazione. Lettura del Vangelo e passaggi del Corano.

In primo piano, davanti all’altare, i simboli di culto delle differenti confessioni. “È stato un evento importante, i ragazzi si sono messi a nudo con le loro domande, le loro attese – sottolinea Bellandi - Dopo il distanziamento per il Covid, credo che i giovani abbiano bisogno di un messaggio spirituale più forte. È doveroso riprendere le iniziative accademiche, la vita universitaria, ma serve ritrovare anche una motivazione profonda che ci fa anche guardare alla nostra vista con speranza. La fede è questo surplus di positività, di certezza, di amore. Il mio desiderio è che fra adulti e giovani si realizzino rapporti di collaborazione: gli adulti hanno bisogno di ascoltare, i giovani hanno necessità di incontrare adulti interessati alla loro esperienza”.

 

“Noi: la vera possibilità della pace” è il titolo dell’iniziativa sviluppata al campus, tra workshop, stand in piazza del Sapere e preghiera. “Pace che parte da noi, dal nostro impegno nella quotidianità, nei rapporti di tutti i giorni con noi stessi e con glia altri: è lì che ci costruisce la relazione profonda, attenta alle esigenza dell’altro, senza dimenticare se stessi, in un rapporto di comunione piena – spiega Don Enzo Serpe, responsabile della Pastorale Universitaria - È questo lo spirito della tre giorni che ha intercettato tanti giovani. Tante le storie e anche l’incertezza e la paura di questo tempo. Oggi erano presenti cattolici, metodisti con il reverendo Mayer, la comunità musulmana di Battipaglia. E ancora l’ufficio della “Pastorale sociale del lavoro, giustizia pace e integrità del creato” della nostra Diocesi con il direttore Antonio Memoli, la direttrice delle biblioteche Unisa Maria Rosaria Califano che ha letto brani di autori non credenti, ma che si impegnano per il mondo. Infine l’ufficio diocesano della Cultura e l’arte per sottolineare l’ampio respiro intellettuale”.

Pace interiore e pace nelle relazioni: binomio inscindibile.  “I giovani si sono lasciati coinvolgere. I loro sguardi esprimevano sorpresa. Li abbiamo invitati ad esternare le fatiche che si portavano dentro, a tirarle fuori, sotto forma di un palloncino, per capire che ogni forma di guerra esteriore nasce da una guerra interiore – afferma Suor Carmela Pedrini, riferimento della Cappella – Palloncini consegnati nelle mani di chi suscitava fiducia e lasciati scoppiare: a simboleggiare come tutto perde potenzialità, pesantezza, quando non siamo più soli. Mi hanno riempito il cuore”.

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