Bimba lanciata dal balcone nel Salernitano,
i genitori finiscono a processo

Bimba lanciata dal balcone nel Salernitano, i genitori finiscono a processo
di Nicola Sorrentino
Sabato 15 Gennaio 2022, 06:05 - Ultimo agg. 12:35
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Neonata lanciata dalla finestra del balcone di casa. Ci sarà il processo. Lo ha deciso il gup del tribunale di Nocera Inferiore, che due giorni fa ha rinviato a giudizio Margherita Galasso, madre della piccola, e Massimo Tufano, marito della donna. L’accusa per entrambi è di omicidio volontario in concorso. Il dibattimento partirà nei prossimi mesi, dinanzi alla Corte d’Assise di Salerno. L’indagine condotta dal sostituto procuratore Roberto Lenza risale al 2 settembre del 2020, a Roccapiemonte. La neonata morì dopo essere stata lanciata dal secondo piano di casa. Il marito - che al gip spiegò di non essere il padre della neonata e di non essere a conoscenza dello stato di gravidanza della moglie - è invece a piede libero. Il giudice, proprio nei giorni successivi al fermo, non ravvisò elementi indiziari gravi nei suoi confronti. 

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Il corpicino della piccola “Maria” fu trovato su di una siepe interna ad una palazzina di via Roma. Dai rilievi medici, la bimba avrebbe vissuto - subito dopo la nascita - non più di un’ora. Lo mise nero su bianco il medico legale al termine di un primo esame sul cadavere della neonata. La causa della morte fu associata ad un trauma cranico, dovuto all’impatto con il suolo. Dopo qualche giorno, i carabinieri del Ris svolsero una serie di attività tecniche all’interno dell’appartamento, analizzando i veicoli nelle disponibilità della coppia, nei pressi della siepe dove fu trovato il corpo di Maria, per poi sequestrare degli indumenti, alcuni intrisi di sangue, oggetti personali e altro materiale utile alle indagini, come supporti informatici e telematici. La donna si avvalse del silenzio durante l’interrogatorio dinanzi al giudice, mentre il marito - oltre a spiegare quanto detto in precedenza - spiegò di aver soccorso la moglie, giorni prima della sera nella quale fu trovata la neonata su quella siepe, a causa di perdite legate al ciclo mestruale.

A scoprire il cadavere della piccola fu una persona che viveva nello stesso palazzo della coppia. Da lì la segnalazione ai carabinieri, con un primo intervento a transennare la zona, poi ad interrogatore la coppia, insieme ad una serie di persone, tra conoscenti e amici, oltre che residenti della palazzina. Sarà ora soltanto il processo, in fase di fissazione e da celebrare a Salerno dinanzi ai giudici della Corte d’Assise, a dover chiarire quanto accaduto quella sera, in quella palazzina di Roccapiemonte. Oltre a delineare il ruolo che ebbero i due imputati. 

In merito alla vicenda, gli avvocati difensori di Margherita Galasso, Giovanna Ventre e Stefano Della Corte precisano: «Il titolo: "la madre l'ha uccisa". "Nessuna evidenza processuale supporta questa affermazione, e certamente non corrisponde ad alcuna pronuncia del Gip. Diversamente, la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, in una nuova richiesta di custodia cautelare nei confronti del Tufano Massimo, datata aprile 2021, ritiene estremamente verosimile l'opposta ricostruzione dei fatti. Tutto in atti. "Convinzione che sarebbe stata la donna a lanciare la donna dalla finestra del bagno". Anche questa ricostruzione contenuta nel corpo dell'articolo è totalmente contrastante con gli atti processuali per quanto già evidenziato e dunque non conforme a verità. "La madre della piccola si trova agli arresti domiciliari presso la struttura psichiatrica di Villa Chiarugi". La signora Galasso dal mese di Novembre 2021 è libera, sebbene sottoposta alla misura di sicurezza della libertà vigilata, a seguito del deposito di perizia psichiatrica disposta dal Gup di Nocer Inferiore, che ha concluso per la totale incapacità di intendere e volere della stessa al momento del fatto, se sarà ritenuta responsabile della condotta omicidiaria, circostanza da provare al dibattimento». 
Va tuttavia precisato che anche la seconda richiesta della Procura nei confronti di Tufano era stata rigettata dal giudice per assenza di gravi indizi di colpevolezza.

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