Neonata lanciata dalla finestra
il fratello: voglio vivere con papà

Neonata lanciata dalla finestra il fratello: voglio vivere con papà
di Viviana De Vita
Martedì 8 Dicembre 2020, 06:35
2 Minuti di Lettura

«Mio padre è il mio unico punto di riferimento e voglio vivere con lui». È stato questo il senso della deposizione resa ieri dal 17enne di Roccapiemonte davanti al tribunale per i Minorenni ad apertura del procedimento inerente la decadenza della responsabilità genitoriale a carico di Margherita Galasso e Massimo Tufano, i coniugi di Roccapiemonte indagati per l’omicidio della figlioletta appena nata che, lo scorso settembre, dopo solo un’ora di vita, fu lanciata dalla madre dalla finestra del bagno, al secondo piano di un’abitazione a via Roma. Il ragazzo, rappresentato dal curatore speciale, avvocato Rosanna Carpentieri, attualmente è stato affidato agli zii paterni ma, come ha affermato ieri davanti al giudice Giancarla D’Avino, continua ad avere un rapporto stabile con il padre che, dopo la tragedia dello scorso settembre, è tornato a vivere con i propri genitori. Dal giudice e dal pubblico ministero Angelo Frattini, che ha fatto scattare il procedimento finalizzato alla decadenza, è stato ascoltato anche Massimo Tufano che ha ripercorso il dramma familiare: «ho sempre vissuto in una famiglia unita – ha affermato – e per questo nonostante la malattia di mia moglie sono rimasto per anni al suo fianco».

L’uomo ha ribadito la propria volontà di vivere con il figlio che continua a vedere ogni giorno quando il ragazzo si reca a casa dei nonni paterni per effettuare la didattica a distanza. Ieri sarebbe dovuta essere ascoltata da remoto anche Margherita Galasso, ristretta al regime dei domiciliari all’interno della casa di cura “Villa Chiarugi”, ma la sua deposizione è slittata alla prossima udienza. A parere del sostituto procuratore Angelo Frattini, la donna, 42 anni, sarebbe totalmente incompatibile con il ruolo genitoriale a causa della gravissima patologia psichiatrica da cui è affetta riscontrata dallo stesso perito nominato dal gip del tribunale di Nocera Luigi Levita che lo scorso 24 settembre dispose il trasferimento della donna dal carcere alla casa di cura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA