Neonato trovato morto in una valigia,
condannata la madre nel Salernitano

Neonato trovato morto in una valigia, condannata la madre nel Salernitano
di Carmela Santi
Venerdì 8 Luglio 2022, 06:25 - Ultimo agg. 17:05
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Il corpicino senza vita fu ritrovato in una valigia. La mamma, dopo aver partorito da sola, nascose il suo bimbo morto in un armadio. Per la giovane donna è arrivata la sentenza di condanna di primo grado: secondo la Corte di Assise di Salerno si trattò di omicidio colposo. Si è concluso ieri il processo a carico di Olga Iacob. originaria della Moldavia, alla quale veniva contestato il reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. La triste vicenda risale all’ottobre del 2019. In serata la centrale operativa dei carabinieri di Vallo venne allertata dal sanitario di turno in servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Luca, in quanto poco prima vi era giunta una donna straniera in stato di choc emorragico.

Condizione provocata, risultò dopo le prime cure e un intervento chirurgico, da un recentissimo parto, avvenuto in luogo imprecisato. I militari si recarono subito presso l’abitazione nella frazione Angellara dove la donna lavorava come badante dove fecero la drammatica scoperta.

Nell’armadio della camera da letto trovarono il corpicino esanime di un neonato. Il medico legale accertò, inoltre, che la morte era avvenuta in conseguenza di una violenta azione posta in essere dalla madre e da cui erano derivate le lesioni che ne avevano procurato la morte. La Procura di Vallo aveva contestato il reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, per il quale l’imputata rischiava una pena superiore a 24 anni. All’esito di una complessa istruttoria dibattimentale nel corso della quale si sono confrontati i consulenti della Procura e quelli della difesa, la Corte di Assise di Salerno, ritenendo che le lesioni riportate dal neonato non furono cagionate con volontarietà, ha condannato l’imputata, difesa dagli avvocati Gianluca D’Aiuto ed Antonio La Greca, alla pena finale di 3 anni e mezzo riqualificando il reato che è passato da omicidio volontario premeditato a omicidio colposo.

Riconosciuta la seminfermità per l’altro reato contestato, quello di occultamento di cadavere. Il piccolo pesava quasi tre chili e mezzo. La mamma era arrivata da pochi mesi in Italia dove lavorava come badante. Non parlava bene l’italiano. Nel tentativo di mettere al mondo da sola il piccolo, gli aveva provocato ferite mortali al cranio. Poi l’emorragia forte che l’aveva costretta a chiedere aiuto. Prima però aveva avvolto il corpo del piccolo in un asciugamano, poi in una busta di plastica e infine nella valigia dove fu ritrovato dai carabinieri.

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