«Noi pastafariani di Salerno,
la libertà di credere oltre censura»

«Noi pastafariani di Salerno, la libertà di credere oltre censura»
di Barbara Cangiano
Giovedì 25 Aprile 2019, 15:00
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Armatevi di mestolo. Mettete uno scolapasta in testa e fermatevi in cucina a bere birra. Meglio con un cinturone da pirata. A questo punto siete pronti per entrare nel mondo del Prodigioso Spaghetto Volante. Per inciso, parliamo di religione e non di gastronomia. Perché la Chiesa Pastafariana non è un club di amanti della buona tavola, ma un'associazione che ambisce a diventare prima ente morale e poi ad essere riconosciuta dallo Stato al pari degli altri culti. Parola della Pappessa della Chiesa Pastafariana in Italia Emanuela Marmo. Quarant'anni, ghost writer, blogger per Micromega e autrice di satira, organizzatrice di eventi e festival, dal 2015 guida un culto che nel mondo conta oltre 30mila adepiti, tra cui una cinquantina tra Salerno città e la sua provincia. In principio una premessa. Non etichettatela come parodia. Che piaccia o no, il pastafarianesimo ha i suoi luoghi di culto, i suoi ministri e i suoi riti. E a sposarne la causa sono psichiatri, docenti, giocatori di rugby, liberi professionisti decisamente eterogenei per estrazione sociale e culturale. Si ritroveranno tutti il prossimo 28 aprile, in piazza Dante a Napoli, per una grande mostra a cielo aperto che si inserisce nella campagna internazionale «EndBlasphemyLaws», nata per chiedere l'abolizione del reato di blasfemia, lanciando l'iniziativa «Dioscotto». «Non siamo contro le religioni, anzi - precisa Marmo - Il diritto di culto va strenuamente difeso. Ci battiamo contro la teocrazia e il ruolo di potere rivestito dalle istituzioni religiose. Siamo per la libertà, non per la censura e ringraziamo di cuore il sindaco Luigi De Magistris per averci concesso questa preziosa opportunità che vedrà protagonisti artisti e autori satirici come Amleto De Silva, Daniele Caluri ed Emiliano Pagani (autori di Don Zauker), Mauro Biani, Giancarlo Covino, Mario Natangelo. Proprio nelle piazze dove si bruciavano i libri da censurare e venivano messi al rogo i pensatori scomodi, avremo l'occasione di contestare pubblicamente i poteri totalitaristi».

Facciamo un passo indietro. Che cos'è il pastafarianesimo?
«È a tutti gli effetti una religione fondata da Bobby Henderson, un fisico dell'Oregon State University in aperta polemica contro la decisione del consiglio di istruzione del Kansas di insegnare il creazionismo nei corsi di Scienze come un'alternativa alla teoria dell'evoluzione. In una celebre lettera spiegò di credere in un creatore sovrannaturale somigliante a degli spaghetti con delle polpette».
 
Converrà che si tratta di un punto di vista molto singolare...
«E perché? Crediamo che ci sia stato un creatore che moltiplicava i pani e i pesci, che c'è stato chi camminava sulle acque e che una vergine partorisse. Se vogliamo il nostro spaghetto è molto più simile ai filamenti del Dna. Le religioni, tutte, pretendono di affermarsi su un principio di verità, ma alla fine si fondano sui sentimenti. Se le società non riescono ad essere laiche, riteniamo giusto e necessario che ci siano opportunità per tutti. Ecco perchè l'idea di Henderson è diventata presto virale grazie ai social coinvolgendo in tutto il mondo quanti seguono e sostengono la libertà di pensiero e di religione, che non può essere uno strumento di controllo delle condotte, ma una liberazione dagli affanni e dai dolori».

E voi pastafariani come vi liberate?
«Abbiamo i nostri riti, i nostri ministri e i nostri luoghi di culto».

Partiamo dai riti. Ce li può indicare?
«Iniziamo dal pastezzo. Per certi versi è il nostro battesimo, solo che per questa dichiarazione di adesione è fondamentale che il fedele abbia la giusta maturità psicologica. Quindi non pastezziamo bambini piccoli. Da questo momento in poi, chi entra a far parte della comunità, può e deve sentirsi libero di dare spazio al pirata che è in sé e avrà un suo nome».

Tipo?
«Io mi chiamo Scialatiella Piccante. Poi ci sono Gnocchetta Pepata, Lasagna di pesce, Paccaro arraganato, Cucchiarella favolosa e via dicendo».

Avete anche qualcosa di simile al matrimonio?
«Il nostro è il pastrimonio. Le unioni vengono celebrate sulla base della cura, dell'amore e del rispetto nei confronti degli altri. Quindi via libera alle coppie monogame, a chi pratica il poliamore, alle unioni gay, ma anche alle famiglie allargate, intese come gruppo di persone che si sostengono, ad esempio tre amici, una nipote e la nonna, una persona con i suoi animali domestici. E poi abbiamo l'enorcismo».

Prego, si spieghi
«Questo è un rito molto particolare durante il quale usiamo sia lo spirito fisico, il vino, che quello metaforico, l'ironia. L'obiettivo è quello di liberare il fedele dal bigottismo e dai tabù, di depurarlo da ogni forma di intolleranza nei confronti della diversità. Molto vicino a questo, c'è lo s-bigottismo, che prevede la stessa operazione in una pubblica piazza. E ancora, ci sono le pennedizioni, un modo di riconoscere meriti particolari a qualcuno o di augurargli la buona sorte. Il 28 a piazza Dante, per esempio, pennediremo tutti gli artisti che ci sostengono e che hanno aderito alla nostra campagna contro i reati di blasfemia. Tengo molto al rito della estrema unzione, un modo per accompagnare i nostri fedeli verso l'aldilà che ci immaginiamo come un Vulcano che erutta perennemente birra. È l'ultimo viaggio nei nostri pirati. Voglio precisare che noi siamo favorevoli all'eutanasia legale e all'aborto. Il corpo è il nostro unico patrimonio e dobbiamo essere liberi di decidere cosa farne. I soldi, le case, i vestiti sono patrimoni alienabili».

Quindi, al di là del folklore, il vostro è un culto basato sulla libertà?
«Assolutamente sì. Il regista Terry Gilliam, unico membro americano dei Monty Python, ha recentemente affermato che oggi non potrebbe fare la stessa satira che lo contraddistingueva negli anni 70, perchè c'è molta meno libertà rispetto al passato. E questo è ancora più drammaticamente vero in Italia, dove registriamo un pericoloso ritorno all'oscurantismo».

A Salerno quali sono i vostri luoghi di culto?
«L'Incartata a Calvanico e le nostre cucine. Poi ci sono dei locali a Napoli, dove la comunità è molto più numerosa, come Salumeria Apnea».

Non vi siete mai sentiti derisi? Mestoli, polpette e spaghetti, nell'immaginario collettivo non hanno un granchè a che fare con la religione...
«Più che derisi ci è capitato spesso di essere guardati con scetticismo. Ma questo è un pregiudizio che esula dal pastafarianesimo, perché molto spesso si tende a guardare con scetticismo chi si muove nel perimetro dell'ironia, come se essere ironici significasse non essere seri o non avere cose intelligenti da dire. Per fortuna è un pregiudizio che si sta molto riducendo. Merito anche della stampa che ha creduto nelle nostre battaglie».
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