Nunzia uccisa dal marito, il fratello:
«I suoi figli dimenticati dallo Stato»

Nunzia uccisa dal marito, il fratello: «I suoi figli dimenticati dallo Stato»
di Simona Chiariello
Sabato 23 Novembre 2019, 06:30 - Ultimo agg. 09:02
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«Subito dopo la tragedia tutti volevano darci una mano. Oggi purtroppo non è così. Ad aiutarci ci sono solo i servizi sociali del Comune che assicurano un piccolo contributo mensile per i figli di mia sorella». 

A parlare è Gianni Maiorano, il fratello di Nunzia, barbaramente uccisa dal marito, Salvatore Siani, il 22 gennaio del 2018. Quella mattina l’uomo, dopo aver accompagnato i due figli più grandi a scuola, tornò a casa e, alla presenza del più piccolo, torturò la moglie per poi colpirla con 46 coltellate mortali. Ieri mattina, alla vigilia della giornata contro il femminicidio e la violenza sulle donne, il fratello ha voluto spiegare che non dimenticare significa anche assicurare un futuro ai figli di Nunzia: «Sono stato al Comune in mattinata (ieri per chi legge) - spiega - per l’organizzazione della manifestazione, voluta dall’amministrazione, per ricordare mia sorella in occasione della giornata contro il femminicidio e la violenza sulle donne. Sono eventi importanti che servono per non dimenticare e sensibilizzare l’opinione pubblica, affinchè il “sacrificio” di Nunzia non sia stato vano. Ma non basta. Non dimenticare significa anche pensare ai suoi tre figli ed assicurare loro un futuro». 

Il marito di Nunzia, Salvatore Siani, è stato condannato a 30 anni con il rito abbreviato. I suoi tre figli Giuseppe, all’epoca dei fatti 16enne, Marica, 11 anni e Michele, di 5 anni, sono stati affidati ai fratelli, mentre Gianni è stato nominato tutore legale. «Nei giorni, nelle settimane, anche nei mesi dopo la tragedia tutti volevano darci una mano. Oggi sono spariti. Abbiamo solo il contributo dei servizi sociali per i tre bambini. Si era parlato di un fondo per le vittime di femminicidio per i loro figli, ma non abbiamo visto niente e nessuno». Da quella tragica mattina la loro casa è stata posta sotto sequestro ed ancora oggi ci sono i sigilli. E non basta perchè c’è ancora un mutuo da pagare. «La casa è ancora sequestrata e dovremo prima provvedere al dissequestro e poi alla liquidazione del mutuo. Come spiegato dagli stessi famigliari, subito dopo la tragedia, i tre figli di Nunzia oltre a perdere la loro madre sono stati costretti a separarsi da tutte le loro cose, finanche i vestiti e gli altri oggetti personali. Oggi, come allora, ci sono tante cose da fare e sistemare, ma soprattutto bisogna pensare al futuro dei suoi tre figli per farli crescere e sistemare come avrebbe voluto ed avrebbe fatto la loro madre. «Nunzia viveva per i suoi tre figli - ricordano - faceva tutto per loro. Li seguiva in ogni loro piccolo passo. Provvedeva a tutto per loro, mentre il marito era sempre assente e spendeva i suoi soldi solo per lui». 
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