«Nuovi modelli organizzativi negli ospedali senza medici»

«Nuovi modelli organizzativi negli ospedali senza medici»
di Sabino Russo
Giovedì 23 Giugno 2022, 11:30
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Nuovi modelli organizzativi e di gestione per lenire la carenza di personale e garantire l'assistenza anche nei piccoli territori interni disagiati. Sono gli obiettivi nell'agenda del neo direttore dell'Asl Salerno Gennaro Sosto, che da fine agosto sarà chiamato a sostituire Mario Iervolino alla guida degli uffici di via Nizza. Il manager dovrà subito mettere mano alla sostituzione dei tanti medici di base in prepensionamento e all'anemia di operatori sanitari nei pronto soccorso e nei reparti ospedalieri.

Direttore, a differenza dei suoi predecessori, è alla prima esperienza con la realtà salernitana. Preoccupato? Ha già qualche idea in mente?
«Quella di Salerno è l'azienda più grande della Campania. Per me sarà un onore e ringrazio per la fiducia il governatore De Luca che mi ha scelto per questo importante compito. Parliamo di una azienda complessa dal punto di vista territoriale. È la più articolata e con la maggiore popolazione, con una disgregazione accentuata per la lunghezza del territorio, che mostra una capillarità e una densità abitativa abbastanza bassa in alcune zone interne, nelle quali dovremo essere bravi ad offrire i servizi sanitari all'utenza».
Dopo la pandemia, che ha mascherato problemi atavici, tanti nodi vengono al pettine. Tra questi, particolarmente sentita in queste settimane è la carenza dei medici e degli altri operatori sanitari. Cosa si può fare per dare una boccata d'ossigeno alle strutture sanitarie e ai territori disagiati?
«La carenza di personale coinvolge tutta Italia e soprattutto quelle regioni del Sud che sono state commissariate. Questo ha provocato un blocco delle assunzioni per un certo numero di anni. Parliamo di oltre dieci anni. Questo scotto lo paghiamo oggi, che stanno andando in pensione tantissimi medici e operatori della sanità. Quel personale che era in servizio negli anni precedenti, ora, con le quiescenze, stiamo avendo grandi difficoltà nel recuperare risorse».
Poi, naturalmente, ci sono alcune aree più esposte di altre.
«Con alcune aree napoletane, dove c'è una più alta densità, magari si riesce a effettuare un ricambio più veloce, dove c'è una minore densità abitativa si può impiegare, invece, più tempo. Cercheremo di affrontare questo problema mettendo in campo anche nuovi percorsi e modelli organizzativi, perché il fatto che manchi il personale o che si registrino problemi di carenza di medici anche da noi va affrontato».
Spulciando il suo curriculum, lei è un esperto in nuovi modelli organizzativi e di gestione. Potrebbe essere questa una chiave di volta?
«Dovremo, per forza di cose, inventarci qualcosa, con modelli organizzativi diversi, per cercare di gestire realtà un po' più complesse, dal punto di vista della difficoltà orografica e territoriale, come ad esempio è quella salernitana. L'idea è proprio quella di lavorare su percorsi nuovi, che consentano, non dico di superare, perché l'elemento umano è fondamentale, ma di lenire le difficoltà che vengono fuori dalla carenza di personale. Molto lavoro, quindi, sul modello organizzativo e molto lavoro sulla possibilità di gestione diversa, magari investendo anche sulle nuove tecnologie, cercando di essere prossimi ai pazienti, anche quelli che non vivono nei centri più importanti».
È chiamato a sostituire Mario Iervolino, che ben ha fatto negli uffici di via Nizza. Sarà una gestione in continuità?
«Mario è un caro collega, un ottimo manager e un ottimo professionista, anche dal punto di vista umano.

C'è stata questa rotazione, naturale, tra i diversi direttori generali, ma prenderò servizio solo alla scadenza del mio mandato, quindi non immediatamente, ma nei prossimi mesi. Se ne riparlerà verso la fine di agosto».

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