Omicidio Alika, l'assassino chiede scusa:
«Voleva i soldi, ho perso la testa»

Non ci sono motivi legati all'odio razziale nella brutale aggressione di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo

Omicidio Alika, l'ira dei nigeriani in piazza a Civitanova: «Perché nessuno li ha divisi?». Insulti agli italiani
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Sabato 30 Luglio 2022, 13:57 - Ultimo agg. 31 Luglio, 07:37
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CIVITANOVA MARCHE  Gli investigatori lo ribadiscono con decisione: la furia omicida di Filippo Claudio Ferlazzo non ha niente a che fare con le avances nei confronti della compagna. Non ci sono stati complimenti, né parole sgradevoli, da parte del mendicante nigeriano di 39 anni. E infatti, quel movente tecnicamente bollato come “futili motivi” altro non è che l’insistenza con cui Alika Ogorchukwu ha chiesto l’elemosina all’operaio 32enne originario di Salerno e alla sua compagna. È bastato questo per far scattare il raptus.

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«C’è stato un comportamento insistente da parte della vittima per ottenere l’elemosina dalla coppia, non ci sono state avances - sottolinea Matteo Luconi, capo della Squadra mobile della questura di Macerata -. Il nigeriano, venerdì scorso intorno alle 14, ha fermato la coppia all’altezza della stazione. La sua insistenza è stata all’origine di una lite, che poi è degenerata. La vittima si è allontanata e l’operaio, da solo, lo ha seguito.

A distanza di circa 200 metri l’aggressione mortale. Lo ha bloccato frontalmente. Ha preso la stampella al nigeriano (claudicante a causa di un incidente stradale) usandola per colpirlo. Lo ha scaraventato a terra, gli si è seduto sopra e lo ha ucciso a mani nude. La fidanzata non era presente al momento dell’aggressione».

Dopo averlo tramortito gli ha rubato il cellulare. «Non sappiamo per quale motivo», aggiunge il vicequestore Luconi. Ferlazzo è stato arrestato in flagranza per omicidio volontario e rapina. A fare scattare le manette ai suoi polsi sono stati i poliziotti della Volante. «Erano arrivate diverse telefonate al 112 - spiega Fabio Mazza, dirigente del commissariato di Civitanova - Gli agenti, indirizzati da un testimone, hanno visto un uomo che si allontanava e sono riusciti a bloccarlo».


Tornando al movente del delitto, per gli inquirenti non ci sono dubbi. «Datemi qualche euro, datemi qualche euro», avrebbe ripetuto il nigeriano, prendendo per un braccio la compagna di Ferlazzo, una civitanovese di 45 anni. Quel gesto ha fatto scattare la violenta reazione dell’aggressore. Ferlazzo, domiciliato a Civitanova dallo scorso maggio, lavora come operaio metalmeccanico in un’azienda di stampi della Città Alta. E da quanto emerso soffre di problemi psichici (la mamma è l’amministratrice di sostegno). Il 32enne non si era mai reso protagonista di episodi di violenza e bisognerà vedere se la patologia possa aver originato il raptus omicida. L’avvocato Roberta Bizzarri, che difende il campano, ha già annunciato la richiesta di una perizia psichiatrica. «L’arrestato con noi non ha parlato - sottolinea il vicequestore Luconi -. Una situazione estemporanea dovuta a futili motivi. La reazione è stata abnorme, ma di sicuro non c’è una matrice razziale». Ogorchukwu sarebbe morto soffocato durante la colluttazione, dopo 4 minuti di agonia, ma per stabilirlo con certezza bisogna attendere i risultati dell’autopsia disposta dal procuratore Claudio Rastrelli, che sarà effettuata martedì dal medico legale Ilaria De Vitis all’obitorio dell’ospedale di Civitanova. Domani alle 10, nel carcere di Montacuto, si svolgerà invece l’udienza di convalida dell’arresto.


L’AGGRESSIONE
La folle aggressione, che secondo gli investigatori non ha alcun collegamento neppure con il razzismo, è avvenuta davanti agli occhi di passanti, residenti e negozianti. E a colpire è stata la violenza con cui Filippo Claudio Ferlazzo si è accanito contro Alika Ogorchukwu per 3-4 minuti. Nessuno è intervenuto, mentre c’era chi filmava con il telefonino. Immagini che hanno fatto il giro del web. Solo qualcuno ha provato a chiedergli di fermarsi: «Basta, basta: così lo ammazzi».

Parole inutili. Ma perché nessuno ha fatto nulla per evitare la tragedia? Nessun reato ipotizzabile nei confronti di chi non è intervenuto in difesa del nigeriano. Ma una donna presente sul luogo della tragedia, Sara Giorlando, non accetta che passi l’idea che ci sia stata indifferenza da parte dei passanti. «Io c’ero a Civitanova quando quel matto ha preso a sprangate quell’uomo - racconta su Facebook - Ho sentito delle urla e ho visto uno con una stampella che picchiava selvaggiamente quel mendicante. Ci ho messo un attimo per realizzare che stava succedendo veramente ma poi ho chiamato il 113 e un’altra ragazza il 118. Nel frattempo, in attesa dei soccorsi, c’è chi ha chiamato ancora il 118 per farsi dire come fare un massaggio cardiaco. Qualcuno altro è andato a prendere il defibrillatore che si trova in piazza, c’è chi ha cominciato a chiedere di un medico ed è arrivato un giovane dottore in vacanza che ha provato a rianimarlo. L’aggressore è stato preso anche perché un signore lo ha rincorso per vedere dove si nascondeva e lo ha segnalato alla polizia. Non è vero che nessuno ha fatto niente. E sì, una ragazza ha filmato tutto e quel filmato è stato dato subito agli inquirenti».

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