Patrizia, uccisa dagli amanti di Ravello:
sconto di pena per lui, non per la compagna

Patrizia, uccisa dagli amanti di Ravello: sconto di pena per lui, non per la compagna
di Angela Trocini
Martedì 17 Dicembre 2019, 06:45 - Ultimo agg. 20 Marzo, 00:28
2 Minuti di Lettura
Secondo verdetto d’appello per l’omicidio di Patrizia Attruia avvenuto a Ravello tra il 26 e 27 marzo 2015. Enza Dipino è stata condannata a 14 anni e 2 mesi di reclusione dai giudici della Corte di assise d’appello di Salerno dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente sentenza (a 9 anni e mezzo) emessa a dicembre dello scorso anno nella parte in cui era stata riconosciuta alla donna (difesa dall’avvocato Gaspare Dalia) la «minima partecipazione» ai fatti. Ieri è stata emessa la sentenza d’appello anche a carico di Giuseppe Lima (difeso dall’avvocato Luigi Gargiulo) che, lo scorso anno al termine del rito abbreviato, era stato condannato a 18 anni ridotti in secondo grado a 13 anni e 6 mesi con la concessione delle attenuanti generiche dopo che l’uomo ha ammesso gli addebiti (aveva sempre negato la partecipazione al delitto) affermando di aver colpito la vittima ma di non volerla uccidere. In entrambi i casi e nei gradi di giudizio succedutisi è venuta meno l’aggravante della premeditazione. 

Il cadavere di Patrizia Attruia fu rinvenuto a Ravello nel pomeriggio del 27 marzo 2015, in una cassapanca: era la compagna di Lima, i due vivevano in casa della Dipino che - rimasta sola dopo la morte della madre adottiva - li aveva ospitati perchè avevano problemi economici, essendo entrambi disoccupati. A quanto pare tra Vincenza Dipino e Giuseppe Lima era nata una relazione, che Patrizia Attruia forse aveva scoperto e la pista principale, per dare un movente al delitto, subito seguita dai carabinieri, fu legata a questioni sentimentali e non servì la messa in scena del compagno che allertò i carabinieri, dopo il ritrovamento del cadavere nella cassapanca. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA