Angelo Vassallo aveva scoperto un traffico di droga: «Ecco chi ordinò la morte del sindaco pescatore»

Angelo Vassallo aveva scoperto un traffico di droga: «Ecco chi ordinò la morte del sindaco pescatore»
di Petronilla Carillo
Giovedì 28 Luglio 2022, 22:58 - Ultimo agg. 29 Luglio, 07:00
4 Minuti di Lettura

«È stato Lello ‘o nero (all’anagrafe Raffaele Mauriello, oggi deceduto quindi non indagato) a decretare la morte di Angelo Vassallo». La pista della droga trova dunque conferma nelle carte dell’inchiesta. È scritto lì, nero su bianco, anche riportando alcuni frammenti di una conversazione avuta da Salvatore Ridosso, figlio del boss di Scafati, con i carabinieri. Il giovane aveva saputo di essere stato tirato in gioco nella vicenda dell’omicidio ed è stato lui a voler parlare con gli investigatori per raccontare la sua verità.

È stato lui a parlare del coinvolgimento dei militari dell’Arma nella vicenda Vassallo. È Salvatore Ridosso a parlare di una relazione tra l’ufficiale, Fabio Cagnazzo, e la figlia del sindaco; del coinvolgimento di un altro carabiniere di Castello di Cisterna (Lazzaro Cioffi, ndr) che avrebbe presentato a lui e al padre il colonnello perché potessero fornirgli informazioni di natura investigativa, sempre lui li avrebbe «caricati» entrambi in auto per fare un sopralluogo investigativo. In alcune «confidenze» fatte ad un altro ufficiale dei carabinieri, Ridosso junior ha parlato di un viaggio fatto «due o tre giorni prima» ad Acciaroli assieme al padre su richiesta di Giuseppe Cipriano senza che fossero loro specificati i motivi. Un viaggio che, alla luce di quanto poi accaduto, era diventato un «tranello» per portare il padre (poi divenuto pentito) sul luogo del delitto e far registrare così la loro presenza sul territorio. Affermazioni che il giovane avrebbe ripetuto più volte anche se, in un secondo incontro confidenziale, secondo la procura Antimafia, avrebbe poi trasformato i fatti raccontati in «congetture» contro lui e il padre «consapevole che sarebbero stati tirati dentro le indagini da Cioffi», si legge nelle carte. Viaggio poi negato invece da Cipriani che è stato per diverso tempo l’unico indagato, post Damiani, dell’omicidio Vassallo e che, come riferisce il suo legale, l’avvocato Giovanni Annunziata, era stato sentito nel 2018 ed aveva circostanziato i fatti dichiarando la propria estraneità.

LEGGI ANCHE Angelo Vassallo, la svolta dopo 12 anni: nove indagati per l'omicidio del sindaco

Esistono anche dei legami tra l’ufficiale dell’Arma, Fabio Cagnazzo, e i fratelli Palladino, gli imprenditori di Pollica.

Così come molto stretto era il rapporto tra lo stesso e il carabiniere Lazzaro Cioffi, come si evince sia da una fotografia con dedica ritrovata nell’abitazione del carabiniere quando fu arrestato per i fatti di Caivano, e sia dal fatto che lo stesso è stato ospite in una appartamento del colonnello ad Acciaroli per sette giorni. In quei giorni, racconta un testimone, la mglie scendeva al mare e lui no, andava in giro.

 

Secondo la procura di Salerno, che ha acquisito sul punto anche le dichiarazioni un pentito di camorra, Cagnazzo, Cioffi e la famiglia Palladino erano coinvolti tutti nell’affare droga sia pure con funzioni diverse. Per i magistrati dell’Antimafia sussistono «fondate ragioni» - si legge nelle carte - per ritenere che sia stata fatta un’opera di depistaggio finalizzata ad indirizzare le indagini su soggetti che poi sono risultati estranei «a garanzia - si legge nelle carte - degli stessi autori del reato». Le indagini della procura avrebbero consentito di accertare un rapporto personale e di vecchia data tra Cagnazzo e Palladino tant’è che proprio tra il 2009 e il 2010 l’ufficiale avrebbe indirizzato in varie occasioni presso la struttura alberghiera «Tre Palme» di Palladino le famiglie di collaboratori di giustizia appartenenti al clan camorristico del napoletano. Struttura presso la quale sarebbero stati ospiti in passato anche Cagnazzo e il suo attendente Luigi Molaro.

LEGGI ANCHE La Fondazione Vassallo presenterà la legge ​“Salva Mare” all'Onu

Inoltre, sempre l’ufficiale, avrebbe agevolato il progetto imprenditoriale delle gestione delle pompe di benzina, consigliando ai tre imprenditori acciarolesi, di coinvolgere lo stesso Cioffi. In questo affare sarebbero stati coinvolti anche Cipriano e i Ridosso. Quello che ha sorpreso la procura, nonostante la precedente archiviazione, è che sia Cagnazzo che Molaro, benché in licenza ad Acciaroli, siano stati molto attivi nelle indagini che rientravano fuori dalla loro competenza. Riguardo la posizione dei sue militari la procura parla di «dimensione quantitativa delle anomalie». Cagnazzo si sarebbe precipitato sul luogo del delitto durante i rilievi della Scientifica e Molaro avrebbe subito acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza di una parte della piazza dove Vassallo si era intrattenuto poche ore prima dell’agguato. Immagini che i due militari si era in passato rifiutati di consegnare nella mani della stessa procura di Salerno. 

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA