Imprenditore ucciso come un boss,
30 giorni per pianificare il delitto

Imprenditore ucciso come un boss, 30 giorni per pianificare il delitto
di Petronilla Carillo
Domenica 28 Aprile 2019, 06:30 - Ultimo agg. 12:28
3 Minuti di Lettura
I primi contatti tra Luigi Di Martino e Francesco Mogavero si hanno - secondo la ricostruzione della procura - il 27 luglio 2015. Insomma, quasi un mese prima dell’agguato. I due si sentono al telefono e, con un linguaggio convenzionale, stabiliscono data ed orario dell’incontro. Generiche le motivazioni: la consegna dei bancali. A partire dal 28 luglio, però, vengono effettuati una serie di tentativi di contatto tra una cabina telefonica di Giuliano e il numero di telefono di Di Martino. Quando questi risponde al telefono non viene registrato alcun riferimento all’insistenza nelle telefonate ma soltanto concordato un incontro. Il 29 luglio il cellulare di Mogavero viene localizzato a Castellammare.

Il 2 agosto Di Martino annuncia a Mogavero che sarebbe andato a Pontecagnano e gli chiede di contattare l’amico presso il quale si erano in precedenza recati insieme e di avvertire «i nostri fratelli» del suo arrivo per salutarli. Poi è lo stesso Di Martino a chiamare Enrico Bisogni comunicandogli la presenza in zona del «cugino di Bologna». Ma i due non si incontrano perché Bisogni aveva da fare. Il 3 agosto gli investigatori registrano contatti tra Mogavero e Di Martino e, facendo riferimento all’incontro del giorno prima si accordano per vedersi nuovamente per «scaricare bancali». Quella sera il telefono di Mogavero prima aggancia la cella di Castellammare e poi viene intercettato - in realtà tutti i soggetti erano sotto intercettazione sia della Dda di Salerno e sia di Napoli per altre indagini - mentre chiama Enrico Bisogni per annunciargli che lo stava raggiungendo. Incontro poi non svolto per la «presenza di una persona non gradita al cancello». Il giorno successivo Di Martino va a Pontecagnano e a Bellizzi per incontrare Enrico Bisogni. Ad avvertire quest’ultimo, chiamato nelle conversazioni «il fratello», è Mogavero. Il 9 agosto Di Martino viene contattato da una persona. All’inizio non capisce di chi si tratta poi i due, senza specificare la ragione per la quale si dovevano incontrare, prendono un appuntametno. Di Martino chiede se vi era anche «quello di Napoli», l’altro risponde di no. La voce dell’interlocutore di Di Martino è la stessa - ritengono gli inquirenti - che lo aveva più volte contattato dalla cabina di Giugliano. I due decidono di incontrarsi il giorno successivo. Il 12 agosto Mogavero annuncia a Di Martino che sarebbe andato a trovarlo con «il mobiliere». In effetti, dopo uno scambio di telefonate con Bisogni, il telefono di Mogavero viene individuato a Castellammare. Ed è in compagnia di Nino Bisogni. Il 13 agosto intercorre una nuova telefonata tra Di Martino e il suo misterioso interlocutore di Giugliano. I due parlano di una terza persone che avrebbe dovuto dare notizie a Di Martino.

Dopo qualche ora Francesco Mallardo da una cabina telefonica di Sulmona contatta Di Martino il quale lo informa che nel negozio che era chiuso e che probabilmente avrebbe riaperto la settimana successiva. Mallardo, dunque, prendeva atto che la situazione era ancora sospesa. Il 14 agosto Di Martino riceve il messaggio via sms che attendeva e di cui aveva parlato con il suo interlocutore di Giugliano. Il 15 Di Martino si reca a Sulmona ed incontra Mallardo. Il 17 Di Martino chiede un incontro a Mogavero, probabilmente per riferire del suo incontro in Abruzzo e anche per «organizzarsi per il lavoro». Così lo raggiunge a Pontecagnano. Qui prova a contattare «quello della masseria» poi identificato in Antonio Tesone uno dei presunti killer. Gli incontri si fanno sempre più frequenti e anche i viaggi di Di Martino tra Pontecagnano e Giuliano. Fino all’incontro del 20 agosto a Pontecagnano probabilmente per capire la zona dove si sarebbe dovuto agire. Sempre più frequenti anche gli incontri tra Mogavero e Di Martino. Il primo forniva informazioni al secondo «sul carico» e su quando sarebbe stato «pronto».Fino al 25 quando i contatti tra Mogavero, Di Martino e Tesone si infittiscono. Fino al compimento del raid sul cui esito, il giorno dopo, si informa anche Mallardo in prima persona.
© RIPRODUZIONE RISERVATA