L'omicidio della piccola Jolanda:
«Aveva patologia polmonare pregressa»

L'omicidio della piccola Jolanda: «Aveva patologia polmonare pregressa»
di Nicola Sorrentino
Sabato 12 Settembre 2020, 15:43
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SALERNO. Lesioni pregresse ai polmoni compatibili con una patologia da individuare, in grado di compromettere le funzioni vitali. Questo il sunto della deposizione del consulente della difesa, sentito nel processo in Corte d’Assise per la morte della piccola Jolanda, la bimba di otto mesi deceduta nel giugno del 2019 perché - secondo l'accusa - uccisa da entrambi i genitori, Immacolata Monti e Giuseppe Passariello. I due sono imputati per omicidio volontario e maltrattamenti in concorso. Il consulente ha relazionato su di una perizia, articolando quanto emerso dagli accertamenti, con elementi scientifici rilevati ad inquadrare delle tracce stratificate e risalenti nel tempo di patologie. In particolare, la deposizione ha seguito la precedente deposizione del consulente della procura, con i riferimenti alla grave insufficienza polmonare ricollegata all’intervento meccanico. Il cuscino ipotizzato dall’accusa e usato per soffocare la piccola, resterebbe una ricostruzione non certa, con la compatibilità evidenziata ma non dimostrabile. Le modalità del delitto furono ricostruite attraverso le intercettazioni ambientali nella sala d’attesa del commissariato di polizia di Nocera, insieme agli esiti dell’esame autoptico svolto su disposizione del pubblico ministero Roberto Lenza, che un anno fa circa coordinò le indagini. Proprio attraverso le intercettazioni ambientali, i due coniugi furono registrati mentre parlavano dell'uso che avrebbero dovuto fare di quel "cuscino", parlando poi "degli anni di carcere" che si sarebbero fatti per aver commesso "un omicidio".

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I due coniugi sono in carcere dal giugno 2019. Sulla posizione legata all'imputata Immacolata Monti, è stata ascoltata una consulente psicologa rispetto al suo quadro comportamentale, descritto come influenzabile, con dei comportamenti di subalternità, del tutto remissiva rispetto alla volontà altrui. La psicologa ha ravvisato tali elementi osservando il comportamento della donna insieme alle sue compagne di cella e con se stessa. In fase preliminare, Monti aveva accusato il marito dei maltrattamenti consumati sulla piccola, con le lesioni provocate sul viso della vittima quando il padre "la baciava e stringeva". 

Secondo la Procura di Nocera Inferiore, invece, Jolanda morì perchè soffocata da un cuscino. La donna era stata scarcerata lo scorso aprile e rimessa agli arresti domiciliari, sulla base di una posizione cautelare meno grave rispetto a quella del marito, ritenuto l'esecutore del delitto. In precedenza i periti dell’accusa avevano confermato quanto riferito nella relazione iniziale, che accertava la causa della morte con il soffocamento, compatibile con il cuscino riferito nelle intercettazioni ambientali agli atti dell’indagine. Il processo si è aggiornato al prossimo 22 ottobre. La difesa dei due è rappresentata dagli avvocati Vincenzo e Silvio Calabrese

 

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