Salerno. Omicidio del padre della fidanzata, ​la nuova versione di Luca

L'arrivo della polizia scientifica (Tanopress)
L'arrivo della polizia scientifica (Tanopress)
di Petronilla Carillo
Sabato 16 Luglio 2016, 07:05 - Ultimo agg. 09:08
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Omicidio delle Fornelle, il dubbio resta: omicidio volontario o legittima difesa? Toccherà al superperito nominato dal gip Piero Inidinnimeo, il medico legale Lamberto Pianese, tirare ora le somme. Il consulente tecnico del tribunale di Salerno ieri mattina è stato l’ultimo a lasciare l’appartamento al piano terra dove Eugenio Tura De Marco viveva e dove è stato ammazzato. Il perito ha voluto annotare, a caldo, una serie di dettagli che lo hanno colpito durante l’incidente probatorio. 

Luca Gentile, indagato per essere l’autore del delitto, per tre volte ha simulato quanto accaduto quella sera, senza alcuna sbavatura ma ripetendo sempre gli stessi gesti, allo stesso modo. Secondo gli inquirenti, però, avrebbe fornito una versione dei fatti ben diversa rispetto a quella raccontata di recente e anche rispetto a quella dell’ultimo esperimento giudiziario fatto in quella casa, l’8 giugno scorso, alla presenza del perito psichiatrico nominato dal sostituto procuratore Elena Guarino, il professore Antonello Crisci. Convocata dal gip in quanto indagata per concorso formale nell’omicidio del padre Eugenio, Daniela Tura De Marco non si è presentata: ha preferito rinunciare all’incidente probatorio. Presente, invece, il suo legale di fiducia, l’avvocato Antonietta Cennamo. Presente anche il legale di una delle due sorelle, Antonella, che ha deciso di costituirsi parte civile nominando l’avvocato Francesco Rizzo. 

L’incidente probatorio è durato poco più di venti minuti. Venti minuti animati da una animata discussione tra il sostituto Guarino e uno dei due legali del giovane, l’avvocato Gino Gassani che lo difende assieme al collega Enrico Lizza. Il ragazzo, seduto sulla sedia in cucina, ha ripetuto la storia di sempre: Eugenio, ubriaco, lo stava aggredendo; con il braccio destro tentava di soffocarlo, con la mano sinistra gli stringeva i testicoli. Lui si divincolava per sfuggire alla morsa e più cercava di liberarsi e più Eugenia gli stringeva collo e testicoli. Luca ha poi detto che, dopo una piccola colluttazione, è riuscito a liberarsi, si è steso sul tavolo, ha afferrato il coltello e lo ha colpito al fianco destro. Poi, per cercare di guadagnare la fuga e raggiungere la porta, ha agitato il coltello davanti al volto dell’uomo colpendolo di striscio. Quindi è fuggito via e ancora una volta ha detto di non ricordare dove ha lasciato il coltello. In quella colluttazione, Eugenio lo avrebbe graffiato: un segno orizzontale vicino all’occhio. Un particolare, questo, che i legali di Gentile sono certi sarà confermato dalle analisi dei tessuti cutanei trovati sotto le unghia delle vittima. È invece il dettaglio di Luca che si stende sul tavolo per afferrare il coltello, la novità del suo racconto secondo gli inquirenti. Per i legali del giovane, invece, è un particolare da sempre raccontato dal ragazzo. Un particolare che non troverebbe conferma in alcune cose: la bottiglia di vino non sarebbe caduta forse perché il tavolo non sarebbe stato toccato dai corpi dei due uomini che si afferravano.

Subito dopo l’incidente probatorio il ragazzo è scoppiato in un pianto disperato: prima sembrava un bimbo, poi ha iniziato a singhiozzare urlando che non voleva uccidere Eugenio perché «io sono un bravo ragazzo, credetemi... sono un bravo ragazzo». Intanto i suoi legali hanno presentato appello al tribunale della libertà contro il rigetto della scarcerazione da parte del gip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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