Omicidio Capezzuti, parla il sindaco di Pontecagnano Faiano: «Marzia rifiutava ogni aiuto»

Il sindaco di Pontecagnano Faiano risponde alle polemiche sulla gestione del caso adottata dal personale dei servizi sociali: «L’intera famiglia Vacchiano Noschese, da oltre dieci anni, è in carico agli uffici competenti. È un epilogo imprevedibile»

La 29enne Marzia Capezzuti
La 29enne Marzia Capezzuti
di Viviana De Vita
Martedì 25 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 11:27
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«Affermare che non si sia fatto nulla per salvare la giovane Marzia Capezzuti è improprio: il caso della ragazza è stato attenzionato in più circostanze a partire dall’anno 2017; nei colloqui tenuti con lei sono stati attivati e proposti gli interventi che le assistenti sociali hanno ritenuto più idonei alla situazione ma la 29enne ha rifiutato ogni forma di aiuto». È il sindaco di Pontecagnano Faiano, Giuseppe Lanzara, a gettare acqua sul fuoco e a rispondere alle accuse di chi punta il dito contro i servizi sociali che non avrebbero fatto molto per aiutare la giovane di Milano scomparsa da Pontecagnano e ritrovata priva di vita in un casolare abbandonato nei pressi di Montecorvino

All’indomani dell’arresto di Barbara Vacchiano e del marito Damiano Noschese, che nel delitto avrebbero coinvolto anche il loro figlio 15enne, sono tanti gli interrogativi che emergono anche dall’ordinanza firmata dal gip Alfonso Scermino che ha indagato l’intera famiglia del fidanzato della ragazza, deceduto prima della vicenda, e che nelle carte fa nomi e cognomi di persone che sapevano e che solo su sollecitazione dei carabinieri hanno raccontato episodi di vita della 29enne e dei suoi aguzzini. «Il caso di Marzia Capezzuti - spiega il primo cittadino - era seguito già da 6 anni. In particolare, erano stati informati gli uffici del Comune di provenienza della donna, presso cui era stata presa in carico, ma nessuno ci ha mai risposto». Il Comune di Pontecagnano aveva infatti segnalato il caso a quello di Milano dove la ragazza era ancora ufficialmente residente ma quella segnalazione sarebbe caduta nel vuoto: gli stessi genitori non sentivano la figlia da tempo e sarebbero entrati in scena soltanto dopo che i carabinieri notificano al padre la presunta scomparsa della ragazza. «Nei colloqui tenuti con Marzia, avvenuti in momenti e circostanze in cui la situazione non risultava critica - prosegue il primo cittadino - sono stati attivati e proposti numerosi interventi ma la ragazza ha sempre rifiutato di farsi aiutare. Ogni volta che i servizi sociali hanno ricevuto segnalazioni sul caso si è proceduto ad effettuare le opportune verifiche, in costante collaborazione con le forze dell’ordine. Da cittadino capisco le tante domande, ma da sindaco sono tenuto a sapere che c’è un protocollo da seguire, delle leggi chiare e soprattutto un quadro diverso da quello che si è delineato. Ci sono tante situazioni sommerse, disagi non denunciati, famiglie assenti.

Si poteva e si doveva fare di più, ma questo non toglie che non sia di facile risoluzione un problema che è venuto fuori solo quando è scattata una chiamata ufficiale a chi di competenza. L’appello resta sempre lo stesso: non bisogna avere paura, così come non ne ha avuta chi ha segnalato le violenze riuscendo a far venir fuori una realtà a dir poco agghiacciante». 

I dubbi, le polemiche e gli interrogativi non risparmiano, poi, nemmeno la famiglia finita ora sotto il faro della Procura. Se la burocrazia, infatti, ha ostacolato la presa in carico di una giovane milanese con problematiche psicologiche certificate, perché la stessa burocrazia non ha preso in carico l’intera famiglia Vacchiano-Noschese nonostante i figli, tutti minorenni, avessero problemi con la giustizia? «Anche questa - conclude il primo cittadino - è una inesattezza: la famiglia Vacchiano è da più di dieci anni in carico ai servizi sociali. Questi ultimi, di concerto con il Tribunale per i Minorenni - autorità giudiziaria competente - hanno posto in essere molti interventi, che hanno interessato a vario titolo tutti i minori del nucleo familiare. Siamo stati perennemente vigili sulla questione, in continuo contatto con chi di competenza per attenzionare una situazione delicata, ma che mai avremmo potuto presagire potesse prendere una piega del genere».
 

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