Omicidio Marzia Capezzuto, il pm chiede di sentire Annamaria Vacchiano: fu lei a denunciare la violenza

Verso l'incidente probatorio per la giovane che ha denunciato la famiglia: «Evidenti pressioni interne e esterne»

Marzia Capezzuti, la vittima
Marzia Capezzuti, la vittima
di Petronilla Carillo
Giovedì 4 Maggio 2023, 06:50 - Ultimo agg. 12:12
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C’è una svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Marzia Capezzuti. Una svolta importante soprattutto per la ricostruzione esatta delle responsabilità oltre che per definire, una volta per tutte, l’ambito delle indagini. Il pm Licia Vivaldi della procura di Salerno ha difatti inoltrato al gip Alfonso Scermino una richiesta di incidente probatorio per Annamaria Vacchiano, figlia di Barbara Vacchiano, principale responsabile dell’assassinio della giovane donna milanese affetta, come più volte ripete il sostituto procuratore nella sua richiesta, da «ritardo mentale di media gravità» come aggravante alla violenza commessa. Omicidio che, secondo quanto si legge nella stessa richiesta del pm, è stato compiuto per nasconderne un altro: violenze, torture, soprusi. 

Per il magistrato inquirente l’esame di Annamaria Vacchiano (difesa dall’avvocato Stefania Pierro) non è «ulteriormente rinviabile» anche per «le fortissime interconnessioni tra gli indagati, legati da vincoli di parentela» ma anche perché durante il suo interrogatorio con il gip il quindicenne, difeso dall’avvocato Francesco Rocciola, ed ora rinchiuso nell’istituto di pena minorile di Nisida, «le giurava futura vendetta». Per la Vivaldi, dunque, Annamaria è «soggetta ad evidenti e fisiologiche pressioni interne ma anche esterne per il rilevante interesse pubblico della vicenda». L’avviso della richiesta, oltre a Barbara Vacchiano, al marito Damiano Noschese (entrambi difesi dall’avvocato Pierluigi Spadafora) e al figlio quindicenne, è stato inviato anche all’altro figlio della donna, Vito Vacchiano, detenuto in carcere per evasione dagli arresti domiciliari e ad altri due indagati, Gennaro Pagano e Gennaro Merola per i quali, come anche per Annamaria Vacchiano, l’inchiesta è ancora aperta. La richiesta è stata inoltre notificata anche ai genitori e alla sorella di Marzia.

Annamaria Vacchiano per la procura di Salerno è indagata per un procedimento connesso all’omicidio della 29enne di origini milanesi.

E la richiesta di incidente probatorio è fondamentale in virtù di due interrogatori da lei sostenuti il 1 luglio 2022 e l’8 ottobre dello stesso anno durante i quali la ragazza, appena ventiduenne, avrebbe chiamato in causa altre persone. Tra l’altro la stessa è colei che ha consegnato il video con la conversazione con il fratello piccolo coinvolto nell’omicidio di Marzia agli investigatori. Ora gli inquirenti chiedono di far luce su quelle parole che non sono state interpretate dal labiale perché, ricordiamo, il video è senza audio ed è stato «tradotto» da esperti periti. Per la procura, inoltre, Annamaria «legata comunque agli indagata un fortissimo vincolo di ragionevole solidarietà familiare, dopo l’arresto della madre d el fratello minore potrebbe essere finalmente libera da condizionamenti interni e ricostruire con maggiore accuratezza gli ultimi momenti di vita di Marzia in virtù di quanto percepito personalmente e di quanto appreso dai familiari attualmente ristretti». 

Dal punto di vista della procura di Salerno Marzia sarebbe stata uccisa con «l’aggravante di aver commesso il reato per eseguirne ed occultarne un altro e conseguire l’impunità di altro reato». In pratica per far sparire le prove dei maltrattamenti che non erano solo fisici ma anche psicologici. Maltrattamenti che il minorenne ora in cella a Nisida riprendeva con il suo telefonino. Un dettaglio, questo, di cui la procura è certa.

Tante le testimonianze raccolte nel corso delle indagini, a partire proprio da quelle dei vicini. Come quella bustina di Oki che Marzia chiese dopo che le avevano strappato i denti con la pinza. Oppure quella del cattivo odore che emanava per mancanza di pulizia: costretta persino ad indossare un pannolone per evitare che andasse in bagno. Tracce di pannolone sono state ritrovate anche sul corpo in decomposizione all’interno di quel casolare di Faiano a Pontecagnano. 

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