Omicidio Ciro Palmieri, il figlio minorenne va a giudizio: è «capace di intendere e volere»

Le liti tra i coniugi Palmieri non mancavano anche se nulla faceva presagire un epilogo così tragico

La villetta dell'orrore
La villetta dell'orrore
di Angela Trocini
Venerdì 9 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 08:17
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Le liti tra i coniugi Palmieri non mancavano anche se - da ciò che è stato raccontato dai vicini di casa ai giudici della Corte di assise di Salerno - nulla faceva presagire un epilogo così tragico: l’uccisione e la mutilazione del panettiere di Giffoni Valle Piana, Ciro Palmieri.

Attualmente si sta celebrando processo a carico Monica Milite e Massimiliano Palmieri (moglie e uno dei figli della vittima) mentre il figlio minore sarà giudicato in abbreviato - il prossimo mese di settembre - dopo che le indagini a suo carico sono terminate con il deposito di una perizia che ha stabilito la piena capacità di intendere e volere del minore che, come ricostruito dalla Procura minorile, avrebbe partecipato attivamente al delitto dello scorso luglio. Il cadavere di Palmieri (i cui familiari si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Rocco Pinto) fu trovato mutilato: dopo averlo ucciso con decine di coltellate, nel tentativo di distruggere il corpo e disperderlo tra i boschi, le gambe vennero colpite ripetutamente con un macete tanto che l’arto destro si staccò dal resto.

Secondo le accuse, madre e figlio (difesi dagli avvocati Francesco Saverio Dambrosio ed Antonietta Cennamo) in concorso con l’altro figlio minore e alla presenza di un altro figlio di soli 11 anni, che assistette inerme alla scena, uccisero Palmieri con coltellate al torace, alla testa e al dorso al culmine di una lite che era iniziata tra i due coniugi. La lite ebbe inizio in cucina tra moglie e marito, quest’ultimo lanciò del liquido contenuto in una bottiglia contro la moglie. Ne nacque una colluttazione prima con una scopa e poi, accorsi i due figli, con le armi da taglio. Uno dei due figli tentò di soffocarlo mentre l’altro figlio - preso un secondo coltello - lo colpiva più volte al petto per poi armarsi di un terzo coltello e continuando ad accoltellarlo. Poi, per nascondere il delitto, mutilarono il cadavere tentando di distruggerlo e simulando la scomparsa o un eventuale sequestro di persona.
 

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