Paganese-Casertana e la violenza ultrà: prima l'incendio del bus, poi allo stadio

La Paganese potrebbe concludere il campionato disputando tutte le partite in casa a porte chiuse

Il bus dei tifosi incendiati
Il bus dei tifosi incendiati
di Petronilla Carillo
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 08:17 - Ultimo agg. 16:23
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«Una strage, poteva essere una strage se i portelloni del bus non si fossero subito aperti...». È il duro commento del questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, a quanto accaduto domenica a Pagani quando gli ultrà locali hanno aggredito i casertani all’uscita del casello autostradale.

«I risultati conseguiti in tempi brevi - prosegue Contichhio - sono stati possibili solo grazie alla collaborazione tra la polizia di Stato ed Arma dei carabinieri». E mentre sul territorio continua incessante il lavoro degli investigatori che avrebbero già individuato altri partecipanti agli scontri - e starebbero aspettando soltanto riscontri concreti -, al Viminale l’attenzione del ministro Matteo Piantedosi è sul fascicolo Pagani per valutare eventuali provvedimenti da adottare anche nei confronti della società. La Paganese potrebbe concludere il campionato disputando tutte le partite in casa a porte chiuse ma, al vaglio del ministro ci sono anche altre ipotesi. Ben più forti. Mentre il questore Contichhio sta valutando di emettere Daspo, nei confronti dei protagonisti della violenza, con interdizione dai campi fino a dieci anni. Dal governo arriva soltanto un input: pugno duro contro qualsiasi genere di violenza gratuita. All’attenzione della Digos ora ci sarebbero anche dei cellulari e delle chat che potrebbero aiutare e ricostruire bene fatti e posizioni.

Che quella di domenica potesse essere una gara a rischio, le forze dell’ordine ne erano ben consapevoli tant’è che erano stati predisposti servizi rafforzati. A fare la differenza, come sempre l’elemento «sorpresa». Come spesso accade. I paganesi, in pratica, avrebbero messo in atto una vera e propria imboscata ai loro avversari, per alcuni dissidi passati tra le due tifoserie. Ma la cosa che più ha colpito tutti gli investigatori è stato il fatto che gli stessi ultrà, quasi tutti trentenni, quindi «consapevoli» come ha commentato il questore di Salerno, subito dopo aver dato fuoco al bus e aver preso parte ai tafferugli, sono andati a vedere la partita. È proprio qui che sono stati incastrati: all’ingresso ciascuno degli spettatori è stato fotografato e quelle immagini sono poi state comparate con i filmati dell’aggressione. Impossibili da riconoscere dal volto, travisato con sciarpe e cappelli che rendevano visibili soltanto gli occhi, i violenti sono stati incastrati dagli abiti che indossavano. Alcuni di loro, inoltre, erano già stati destinatari di Daspo. Altri ultrà sarebbero in fase di identificazione ma, trascorse le 48 ore dai fatti, si dovrà attendere un provvedimento dei magistrati per poterli fermare. 

Dopo 24 ore agli arresti domiciliari, sono stati intanto rimessi in libertà i due tifosi della Casertana coinvolti negli scontri. Lo ha deciso il giudice Alessandro Santis del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha convalidato il fermo eseguito da polizia e carabinieri, revocando però i domiciliari e sostituendoli con l’obbligo di firma per tre volte a settimana nella caserma dei carabinieri.

Per il giudice, i due tifosi della Casertana, accusati di rissa, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio, si sarebbero difesi dell’aggressione dei supporter della Paganese, così come sostenuto dai loro difensori (avvocati Bruno e Francesco Moscatiello). Il magistrato ha poi inviato gli atti per la direttissima al competente tribunale di Nocera Inferiore. 

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«Lo sport è e deve restare condivisione di momenti belli» ha commenta ancora il questore Conticchio. «La sinergia tra le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria è dimostrata anche dal fatto che questo pomeriggio (ieri, ndr) io ed il questore siamo andati insieme a Pagani, presso la locale tenenza dove vi era anche personale del commissariato di Nocera - commenta invece il colonnello Filippo Melchiorre - e questo per esprimere la nostra vicinanza a chi ha lavorato in maniera proficua ai risultati conseguiti. Sono loro il punto di forza contro le problematiche del territorio che in questa circostanza si sono manifestate nel settore della tifoseria». Dimesso dall’ospedale, intanto, il carabiniere ferito: «per fortuna nulla di grave», conclude il comandante provinciale.

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