A giudizio per assenteismo ma era
in tribunale a testimoniare: assolto

A giudizio per assenteismo ma era in tribunale a testimoniare: assolto
di Nicola Sorrentino
Venerdì 19 Febbraio 2021, 11:36 - Ultimo agg. 12:43
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È stato assolto con formula piena all’esito dell’udienza preliminare il dipendente comunale di Pagani V.D.A. , finito sotto accusa dopo una denuncia sporta nei suoi riguardi per accuse di assenteismo, con irregolarità nella presenza sul posto di lavoro. Secondo le accuse, l'uomo rispondeva di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, per aver usufruito - secondo la tesi accusatoria - di un permesso per partecipare ad una udienza presso il tribunale di Nocera Inferiore per il giorno 14 giugno 2019. Ma «di aver omesso la timbratura dell’orario di rientro in ufficio, in particolare attestando al comandante della polizia locale la mancata vidimazione della scheda magnetica alle ore 10.48, nonché al responsabile dell’ufficio-settore risorse umane alle ore dieci, laddove lo stesso rientrava in ufficio tra le ore 12.30 e le 13.00».

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La vicenda in questione, come ricostruito dalla Procura di Nocera Inferiore, era diventata un procedimento penale, avviato sulla base di una denuncia presentata dall’allora comandante della polizia locale del comune di Pagani, con apertura di una indagine culminata poi nell’udienza preliminare celebrata davanti al giudice del tribunale di Nocera Inferiore.

Il gup, dopo la camera di consiglio svolta con la presentazione della richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura nocerina, ha accolto le tesi difensive sostenute dai legali Carlo De Martino e Antonio Langella, disponendo per il dipendente l’assoluzione con formula piena, «perché il fatto non sussiste», con riserva di trenta giorni per il deposito della motivazione, concludendo l’iter giudiziario senza l’evidenza di alcuna prova a carico. Il passo successivo, stando alle intenzioni della difesa, sarà una querela che i legali del dipendente, uscito del tutto estraneo dalle accuse contestate, presenteranno nei confronti dell’allora comandante in carica per ipotesi di reato di falso e calunnia, ribaltando la situazione penale con l’avvio di un nuovo procedimento penale.

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