Panettiere ucciso da moglie e figlio,
i Ris confermano l'identità del cadavere

Panettiere ucciso da moglie e figlio, i Ris confermano l'identità del cadavere
di Carmen Incisivo
Martedì 18 Ottobre 2022, 06:10 - Ultimo agg. 17:36
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Sono di Ciro Palmieri i resti analizzati dal Ris di Roma a seguito di una specifica richiesta del medico legale Gianluca Casaburi che, il 25 agosto scorso, svolse per conto della Procura, l’autopsia sui resti del panettiere 43enne, ucciso con una quarantina di fendenti dalla moglie Monica Milite e da due dei suoi quattro figli, uno dei quali ancora minorenne, nella loro villetta di Giffoni Valle Piana. La salma è stata liberata e stamattina - alle 10, alla chiesa dei Salesiani al rione Carmine, quartiere di provenienza del 43enne - si svolgeranno le esequie. Ciro, rivelarono le indagini, morì nella serata del 20 luglio, fu ritrovato il 25 agosto. Sarà seppellito a quasi tre mesi dalla violenta e inaspettata dipartita. 

L’inchiesta sulla morte del panettiere sono ancora in corso, l’avviso di conclusione delle indagini potrebbe non arrivare prima di un mese. Se, infatti, la meccanica del fatto di sangue è abbastanza chiara perché immortalata dalle telecamere che lo stesso Ciro - pare per una mania di controllo - aveva fatto installare nella villetta della frazione Curticelle di Giffoni Valle Piana, non si può dire lo stesso per la corretta attribuzione delle responsabilità e della dinamica immediatamente precedente e successiva all’omicidio.

Al vaglio dei carabinieri ci sono ancora tutte le immagini che è stato possibile recuperare dall’impianto di videosorveglianza e, soprattutto, ci sono i cellulari della famiglia Palmieri che potrebbero ancora nascondere elementi importanti ai fini della comprensione delle dinamiche familiari da cui il crimine è scaturito. Una partita importante è quella dell’eventuale premeditazione (per cui si analizzano le conversazioni tra i correi) e di ciò che ha poi portato madre e due figli a porzionare, in parte, il cadavere del capofamiglia; occultarlo, dopo averlo chiuso in sacchi neri, per circa un mese in una zona impervia sulla strada provinciale vicino casa e infine tentare un depistaggio denunciando la scomparsa del congiunto. 

Il figlio minorenne fu sentito dalla procuratrice minorile nelle immediatezze del fatto e, sostanzialmente, confermò quello che le immagini avevano mostrato raccontando, però, le violenze a cui Palmieri avrebbe sottoposto, per anni, i familiari più stretti. Nelle scorse settimane, dopo la richiesta presentata dal legale Damiano Cantalupo - che a breve sarà anche chiamato a decidere quale difesa lasciare e quale tenere, vista l’incompatibilità, tra loro, delle posizioni - la Milite e il secondogenito sono stati lungamente sentiti dal magistrato al quale hanno fornito dettagli utili a ricostruire il contesto in cui l’omicidio è maturato. Dall’altra parte, si è compattata attorno alla figura dell’avvocato Rocco Pinto l’intera famiglia d’origine della vittima che, quasi certamente, chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento a carico dei tre indagati. Ci sarebbero, infine, gli estremi per andare in giudizio abbreviato senza passare per l’udienza preliminare ma è una decisione che la Procura prenderà a indagini chiuse. 

Sull’annuncio funebre compaiono solo i nomi dei parenti legati alla famiglia d’origine della vittima. Cassato quello della moglie, come era abbastanza prevedibile, mancano anche quelli dei figli. Ciro, infatti, era padre di quattro maschi, due dei quali hanno partecipato, come è chiaramente visibile dalle immagini di videosorveglianza, alla furia omicida. Una scelta, quella della famiglia di Ciro, che evidentemente voleva preservarne la memoria pur escludendo due figli che nulla hanno fatto. Addirittura il più piccolo ha assistito, incredulo, all’uccisione mentre accarezzava il cagnolino. Stamattina amici e parenti potranno tributare a Ciro l’ultimo saluto in attesa che inizi la battaglia legale sull’efferato caso di sangue. 

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