Lavoro in favore di una società privata, a lui stesso riconducibile, senza versare all’Asl la quota prevista per legge. La Cassazione ha reso definitiva la condanna a 3 anni di reclusione, con l’accusa di peculato, per un medico originario di Cava de’ Tirreni, quale direttore della struttura oculistica del Policlinico Umberto I a Nocera Inferiore. I fatti vanno dal 2008 al 2012. I giudici hanno depositato le motivazioni di una pronuncia che ha giudicato inammissibile il ricorso del medico, presentato attraverso il suo difensore. Stando alle accuse, il medico - in regime di attività libero professionale intramoenia allargata (con studio esterno) - avrebbe svolto prestazioni professionali in favore di una società privata a lui riconducibile. Per poi introitare l’intero onorario (per un ammontare complessivo di 100mila euro nel predetto quadriennio) senza versare all’Asl di Salerno la dovuta quota parte del 18% del fatturato.
Nel ricorso, la difesa aveva contestato che la sentenza di condanna non dava riscontro che le somme percepite fossero riconducibili allo svolgimento di visite specialistiche.